Il programma di oggi prevede la visita di Kanazawa, la città dei samurai e dei giardini giapponesi.
Oggi per colazione niente croissant e marmellata! A differenza dell'hotel dove la scelta è stata abbastanza scadente, a casa di Yuko ho avuto l'occasione di provare la vera prima colazione giapponese: zuppa di miso, riso con la sempre presenta alga nori, frittata e del pesce alla griglia, il tutto accompagnato dal the verde. Tutto buonissimo devo ammettere.

 castelli giapponesi, kanazawa


Partiamo in macchina (ovviamente Nissan) in cinque: io, Yuko, la madre e i due nipotini. Impieghiamo circa un'ora per arrivare in centro città. La posizione di Kanazawa, stretta tra le Alpi e il mare, l'ha protetta nei secoli dalle influenze esterne e il riso è da sempre la fonte principale di sostenimento della città. Nel  1583 la zona, sotto il regime dei Maeda, visse tre secoli di prosperità, stimolando lo sviluppo culturale e diventando un vero e proprio centro delle arti. Ovviamente la visita della città non poteva che iniziare con il famoso giardino Kenroku-en, uno dei tre giardini più importanti del Giappone. Il suo nome fa riferimento al celebre giardino cinese Sunge, che richiedeva sei qualità per essere considerato giardino perfetto: ampiezza, isolamento, atmosfera antica, ingegnosità, corsi d'acqua e bei panorami.
Il giardino è grandissimo, ci vogliono circa due ore per visitarlo tutto. Purtroppo anche qui la fioritura dei ciliegi è in ritardo comunque i ponticelli con le lanterne di legno e le cascate del lago principale ripagano pienamente la visita:

giardino kenroku-en kanazawa 

giardino kenroku-en kanazawa


giardino kenroku-en kanazawa

Usciti dal giardino ci fermiamo per il pranzo in un ristorante situato vicino l'entrata e prendiamo il menu del giorno: sashimi, tempura e riso.

dove mangiare a kanazawa

Dopo pranzo proseguiamo la visita con  il vicino castello, completamente distrutto da un incendio causato da un fulmine nel 1881. I giapponesi hanno impiegato molto tempo per capire che le costruzioni di legno con punte di metallo attirano facilmente i fulmini. Risultato: la maggior parte dei castelli sono stati distrutti da incendi e più volte ricostruiti.
L'interno del castello di Kanazawa è composto da un vasto giardino e da una sala dove sono spiegate le varie fasi della ricostruzione.

castelli giapponesi, kanazawa

Non rimaniamo molto tempo nel castello. Dopo qualche foto di rito ritorniamo alla macchina e proseguiamo per il quartiere Naga-Machi, il quartiere dei Samurai. Qui  la madre di Yuko, dopo varie manovre, trova parcheggio tra le uniche due macchine parcheggiate! Ebbene si, sembra proprio che in Giappone sia di moda complicarsi la vita con le manovre di parcheggio nonostante questo sia completamente vuoto. Camminiamo solo pochi minuti per i vicoli tortuosi , delimitati dai tipici muri di cinta di fango e entriamo nella residenza della famiglia samurai Nomura che da un'idea della vita al tempo dei samurai. La visita è molto interessante, nelle sale interne è spiegata la storia dei samurai con le rigide norme di comportamento, chiamate bushido e in parte ispirate al buddhismo zen che prevedevano anche il suicidio come estrema prova d'onore, mentre nella parte esterna si può ammirare un bellissimo esempio di giardino giapponese in grado di creare ambienti artificiali tanto perfetti da apparire naturali:

casa samurai, kanazawa

casa samurai, kanazawa
Oggi è il grande giorno. Arrivo in anticipo in stazione, un po' per paura di non trovare il binario giusto e un po' per avere del tempo per fotografare qualche shinkansen in attesa di partire. I treni in Giappone sono famosi per la loro puntualità; non serve arrivare al binario tanto tempo prima e molte volte partono con distanze di pochi minuti che c'è il rischio di prendere il treno sbagliato. E' sempre bene pertanto guardare sullo schermo il numero di treno e la destinazione finale con le soste intermedie. Il mio Shinkansen, Hinari 503,  partirà da Tokyo alle ore 7.33 e impiegherà un'ora e mezza per arrivare a Nagoya.

shinkansen tokyo takayama

shinkansen tokyo takayama

L'interno di un Shinkansen è molto comodo, alcuni posti a sedere si possono persino girare in direzione di marcia! Per le valigie invece c'è poco spazio e, soprattutto per quelle più grandi, l'unica soluzione è metterle sopra al posto a sedere. Non appena partiti faccio conoscenza con un signore seduto sul posto accanto al mio e chiacchieriamo un po' sulle differenze tra Europa e Giappone; mi dice inoltre che in Giappone si studia molto l'inglese ma per timidezza tante volte si preferisce dire di non saperlo parlare. Durante il tragitto ho avuto modo di vedere il Monte Fuji in tutto il suo splendore! Cielo azzurro, nessuna nuvola e la cima ricoperta di neve. Uno spettacolo.
Il treno arriva puntualissimo a Nagoya e, dopo venti minuti, prendo la coincidenza con un treno locale per Takayama. Il tragitto è molto spettacolare, iniziano a vedersi le prime montagne e addirittura la neve!

Scendo puntualissimo a Takayama, alle 12.13 in punto! Mi dirigo subito verso la biglietteria dove yuko dovrebbe aspettarmi ma, dopo pochi passi,  la trovo già al binario. Fa sempre un certo effetto incontrarsi con una persona che non vedi da tantissimo tempo. Ancor peggio se questa persona abita nell'altra parte del pianeta. Nonostante ci si possa scrivere spesso,  le possibilità di incontrarsi abitando così lontano sono pochissime. Nel nostro caso però la costanza è stata premiata.
Con la sua macchina partiamo verso il centro di Takayama e, dopo aver trovato parchegggio, iniziamo a visitare la città. Takayama è forse la città che mi è piaciuta meno. Non che sia brutta, anzi, il problema è che c'è poco da vedere. Cuore della città è il quartiere Sannonmachi, una strada perfettamente intatta con case del periodo Edo dove ci sono negozi di specialità locali (dolci...) e fabbriche di sakè. Girando con una persona del posto è tutto molto più semplice: non ci si perde, non c'è  bisogno di chiedere informazioni e si scoprono cose che altrimenti le avresti ignorate. a cominciare dai cesti rotondi di cedro fuori dai negozi che riconoscono le distillerie di sakè.

takayama

strada di takayama

Visitiamo poi la residenza storica dei governatori. Conosciuto con il nome di Takayama Jinya, era da qui che venivano emesse le dichiarazioni ufficiali e dove venivano riscosse le tasse:

visita di Takayama

Più che una sala colazione, quella dell'hotel Nishitetsu Inn sembra  una sala meeting dove è possibile mangiare qualcosa prima di una riunione di lavoro. I lunghi tavoli sono disposti uno dietro l'altro dando così le spalle a chi ti sta di dietro e sulla parete c'è addirittura una televisione dove è possibile vedere le news in diretta. La colazione a buffet è abbastanza semplice ma c'è l'essenziale per caricarsi bene prima di affrontare la giornata.

dover dormire a tokyo, hotel Nishitetsu Inn

Oggi ho intenzione di vedere più cose possibili a Tokyo. Esco quindi verso le otto dall'hotel e mi dirigo verso Tokyo Station per prendere la Yamanote Line. 
Prima sosta è Asakusa.
Per raggiungere il tempio Senso-Ji scendo a Ueno Station e poi con una passeggiata di venti minuti percorro la Asakusa-Dori fino ad arrivare all'ingresso del tempio. Conosciuto come Asakusa Kannon, è il tempio più sacro e imponente di Tokyo. La leggenda vuole che due pescatori trovassero una statua d'oro di Kannnon, dea della misericordia, nel fiume Sumida. Il loro padrone costruì così un santuario a lei dedicato e poi, nel 645,  il devoto Shokai eresse un tempio in suo onore. Il tempio sopravvisse al terremoto del 1923 ma non ai bombardamenti della seconda guerra  mondiale. Gli edifici che si vedono oggi sono nuovi, ma riprendono le strutture del periodo Edo.
Passata la porta Kaminarimon, si percorre la strada pedonale Nakamise-dori fiancheggiata da negozi dove si vendono oggetti della tradizione giapponese, tra cui ventagli, pettini, chimono e... dolci. Si dolci. Questa sarà una costante che mi accompagnerà durante tutto il mio viaggio. Sono di svariati tipi e forme e tutti confezionati in splendide scatole che è quasi un peccato aprirle. Inoltre sono "maledettamente" buoni! 

japanese sweets
dolci, dolci e dolci...

Superata la via dello shopping, arrivo  al tempio vero e proprio. Per prima cosa noto il braciere per incenso, uno dei punti più importanti in un tempio in Giappone; è sempre pieno di gente che si cosparge di fumo per mantenersi in salute.
Bellissima poi la pagoda a cinque ordini:

cosa visitare a tokyo, tempio senso-ji

cosa visitare a tokyo, tempio senso-ji

 cosa visitare a tokyo, tempio senso-ji

e la sala principale che ospita l'immagine originale della dea Kannon. I fedeli pregano lanciando delle monetine e accendendo ceri.

cosa visitare a tokyo, tempio senso-ji

Per fortuna sono arrivato abbastanza presto, il tempio ormai si è riempito di gente e camminare per Nakamise-dori cercando di raggiungere l'uscita è davvero un'impresa. 
La prossima tappa è Ueno Park. Per ritornare in zona Ueno potevo prendere benissimo la metropolitana della linea Ginza ma ho preferito rifare la camminata dell'andata e, dopo venti minuti, mi ritrovo a Ueno Station. Il parco è subito dietro la stazione ed è uno dei più grandi della città. E' famoso per essere il luogo più frequentato a Tokyo in occasione della fioritura dei ciliegi. Purtroppo la "sfortuna" ha  voluto che quest'annno la fioritura fosse un po' in ritardo e per una sola settimana mi sono perso quello che in Giappone è considerato l'evento dell'anno: i Sakura (fioritura dei ciliegi). Era già tutto pronto per festeggiare il loro "arrivo", c'erano tantissime lanterne e postazioni picnic dove la gente si ritrova con i familiari e colleghi di lavoro. Il parco inoltre ospita molti musei e templi, oltre al più antico zoo del Paese e al laghetto Shinobazu dove si possono noleggiare delle imbarcazioni.

ueno park
ueno park

Una fermata di Yamanote Line separa Ueno a Akibahara o meglio Akiba, il quartiere dell'elettronica. Il mercato dell'elettronica fiorì dopo la seconda guerra mondiale quando l'esercito giapponese disponeva di un'eccedenza di apparecchiature da smaltire. Gli studenti universitari le acquistavano e costruivano radio, all'epoca uno status symbol, da vendere sulle strade del quartiere. Lungo la strada principale, Chuo Street,  si susseguono tantissimi mega store specializzati in articoli di elettronica dove si può trovare l'impensabile. Io avevo urgente bisogno di un adattatore e l'ho trovato subito al primo tentativo trovandomi di fronte a una parete piena di adattatori. Non è stato molto facile intendersi con i commessi visto i vari problemi che ci sono con l'inglese però alla fine il linguaggio dei gesti ha avuto la meglio.

akiba
akiba

Ormai è ora di pranzo. Ho capito che gli ultimi piani dei centri commerciali sono un concentrato di ristoranti di tutti i tipi. Salgo quindi quasi ad occhi chiusi all''ultimo piano del Yodobashi Akiba e, visto la vetrina con le rappresentazioni di plastica, scelgo un ristorante di Ramen.
I ramen sono di origine cinese e i giapponesi ne elaborarono una loro variante per farne uno dei pasti più veloci e più gustosi. Le persone sole vengono fatte accomodare di solito sul bancone principale davanti ai cuochi e con soli dieci euro ho mangiato una zuppa con ramen, una ciotola di riso e dei ravioli. Anche oggi però i bastoncini mi hanno fatto soffrire. La prossima volta inizierò due mesi prima a fare esercizio a casa!
Dopo pranzo proseguo per Ginza. Solo una fermata di Yamanote Line e scendo a Yurakucho. Ginza è il cuore della Tokyo occidentalizzata e moderna. A differenza degli altri quartieri dello shopping, Ginza si distingue per quel suo aspettto sofisticato e un po' più snob. Qui c'è un'altissima percentuale di centri commerciali tra cui lo showroom della Sony, con le esposizioni delle ultime novità e gadget di ogni tipo e i grandi magazzini di Mikimoto, Wako e Matsuya solo per citarne alcuni. Si potrebbe passare una giornata intera all'interno di uno di questi centri commerciali senza rendersene conto.

cosa vedere a tokyo, ginza
ginza