Oggi è il turno della tanto attesa escursione a Maya Bay e Phi Phi islands! Dopo anni di documentazione su depliants e film vari, è finalmente arrivato il momento di vedere e scoprire  con i propri occhi queste fantastiche isole segrete  nel mar delle Andamane.
8H00 L'autobus passa a prenderci al parcheggio dell'hotel Hilton e, dopo aver raccolto altre persone in altri hotels, prosegue per Chalong Bay. Impieghiamo circa 40 minuti per arrivare al porto; da qui ci sono tantissisme imbarcazioni e motoscafi pronti a partire per Phi Phi islands e per le altre destinazini raggiungibili in giornata da Phuket.
10H00 dopo un'ora di navigazione arriviamo finalmente a Phi Phi Ley, rocciosa e frastagliata, è la più piccola delle due isole e appare come una fortezza priva di accessi, poi, improvvisamente, le alte pareti si aprono in una profonda baia che finisce in una delle spiagge più belle e fotografate della Thailandia: eccoci a Maya Bay! Qui è stato girato il film "The Beach" con Leonardo Di Caprio nel 1999, cosa che suscitò aspre polemiche e, come diretta conseguenza, un aumento vertiginoso di turisti. La giornata di oggi ne è la conferma: tantissima la gente venuta qui in giornata, solo per rimanere qualche minuto e poi scappare nell'altra isola di Phi Phi Don. Nonostante la quantità di turisti, Maya bay riesce ancora a esprimere la propria bellezza e il mio consiglio è quello di non fare come noi e di venire nel tardo pomeriggio quando la maggior parte della gente è già andata via. Consiglio che terrò ben presente per l'escursione dei prossimi giorni a Phangnga..

escursione a maya bay

escursione a maya bay

come arrivare a maya bay

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11H00 Lasciamo Maya Bay e, sempre costeggiando le impressionanti scogliere, ci inoltriamo nella laguna di Pilah dove ci fermiamo per fare snorkelling: l'acqua è bellissima e cristallina, una barriera corallina  brulicante di pesci  (non al livello del Mar Rosso), il tutto circondato da pareti rocciose e una giungla rigogliosa: il fascino tropicale allo stato puro!

come arrivare a phi phi islands

come arrivare a phi phi islands

come arrivare a phi phi islands

La mattinata di oggi sarà dedicata alla visita della riserva della biosfera di Celestun, situata a poca distanza dal golfo del Messico e che ospita un'enorme varietà di fauna e uccelli acquatici tra cui spicca una grande colonia di fenicotteri.  Partiamo sempre in autobus da Mèrida e ci fermiamo poco prima di Celestun, sul ponte della statale che va in città a circa 1.5 km dalla spiaggia. Qui troviamo già pronte le nostre  imbarcazioni e partiamo con una velocità spedita lungo il fiume dove c'è la più grande concentrazione di fenicotteri. A seconda della marea e della stagione è possibile vedere centinaia o migliaia di questi uccelli rosa; purtroppo non ci si può avvicinare molto: se si spaventano e si alzano in volo tutti insieme, possono ferirsi anche mortalmente.
A causa del vento il miglior momento per vedere i fenicotteri è al mattino, anche se a volte tendono a concentrarsi in un dato punto solo dopo aver mangiato, ossia a partire dalle 16.

escursione a celestùn

escursione a celestùn

escursione a celestùn

fenicotteri a celestùn

Ci fermiamo un bel po' ad osservare in lontananza i flamingos (fenicotteri in spagnolo ) e continuiamo poi attraverso un tunnel di mangrovie  dove scendiamo  per vedere alcune sorgenti  di acqua dolce che sgorgano nell'acqua salata dell'esturario. Qui la guida ci invita a fare anche un tuffo ma nessuno si è offerto come volontario: visto la quantità di animali presenti in queste acque, meglio non rischiare.

fenicotteri a celestùn

escursione a celestun da mèrida

Sempre con la lancia ritorniamo al porto d'imbarco e proseguiamo in autobus fino a Progreso, la spiaggia di Mèrida, sul golfo del Messico, dove ci riposiamo per qualche ora. Anche se l'acqua è abbastanza scura e non  certo caraibica,  è ideale per passare qualche ora al sole lontano dal caos di Mèrida.  Qui pranziamo in un bar sulla spiaggia e nel pomeriggio torniamo a Mèrida.

spiaggia di progreso

spiaggia di progreso
Dopo la bellissima esperienza dello scorso anno a Bangkok e Thailandia del Nord, sentivo che qualcosa era rimasto incompleto: lasciare la Thailandia senza aver visitato le sue spiagge era stato praticamente dare un arrivederci al più presto alla terra del Siam. Eccomi allora in pieno inverno alla ricerca di un solo volo o di un pacchetto organizzato il più economico possibile con destinazione Phuket.  Alla fine l'ha vinta quest'ultimo:  trovo una buonissima offerta con volo da Milano per Phuket con pernottamento presso l'hotel Hilton Arcadia: un nome, una garanzia!
Questa volta non parto da solo! Con tre miei amici raggiungiamo in treno la stazione centrale di Milano e poi, con la solita navetta bus, arriviamo al terminal di Malpensa. Decolliamo in perfetto orario con volo Blue Panorama per la volta di Phuket. L'arrivo è puntuale in tarda serata e, subito dopo aver recuperato le valigie, troviamo fuori ad aspettarci il transfer collettivo che ci condurrà all'hotel Hilton situato a Karon Beach.
Un po' spaesati dal fuso orario e dalla stanchezza del volo, usciamo per una veloce cena in un ristorantino subito fuori l''hotel e torniamo in camera, domani incomincia il nostro vero viaggio a Phuket!

II GIORNO:
La vacanza non poteva iniziare nel modo migliore: una super colazione a bordo della piscina dove c'è praticamente di tutto! Facciamo poi una breve visita di orientamento dell'hotel Hilton Arcadia composto da cinque edifici inseriti in un grandissimo giardino con  tre grandi piscine e dedichiamo la giornata di oggi   al sole e al relax.

hilton arcadia phuket
piscina dell'Hilton Arcadia di Karon Beach

hilton arcadia phuket
l'ingresso dell'Hilton Arcadia

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reception

L'hotel Hilton Arcadia è situato a due passi da Karon Beach, una lunga spiaggia leggermente ricurva, con un'acqua cristallina. Qui noleggiamo ombrelloni e lettini ad un prezzo ridicolo e passiamo tutta la mattinata al sole. Per pranzo usciamo in uno dei tanti bar fuori la spiaggia e prendiamo al modico prezzo di € 4,00 club sandwich, birra e caffè; passiamo poi tutto il pomeriggio a Karon beach, chiamata anche la spiaggia che canta per via del suono che produce la sabbia quando si cammina. L'atmosfera qui è molto più tranquilla rispetto alla vicina Patong che dista solo pochi chilometri e che visiteremo questa sera.

hilton arcadia karon beach phuket
karon beach

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tratto finale di Karon beach


hilton arcadia karon beach phuket

Rimane del tempo per dei tuffi in piscina e poi di nuovo tutti in spiaggia per ammirare lo splendido tramonto:

karon beach phuket
piscina dell'Hilton Arcadia

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tramonto a Karon beach

karon beach phuket

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Oggi continuiamo la scoperta del mondo maya con la visita al bellissimo sito di Uxmal. Dopo la prima colazione in hotel saliamo in autobus e, dopo circa due ore di comoda autostrada, arriviamo a Uxmal.
Il fatto che in questa zona arida sia riuscita a prosperare una popolazione molto numerosa è una delle tante testimonianze delle capacità ingegneristiche dei maya, che costruirono una serie di bacini e cisterne per raccogliere l'acqua. La mancanza d'acqua ha fatto si che statue e raffigurazioni del dio Chac, il protettore della pioggia, siano presenti  in tutte le costruzioni del sito.


Una volta passato il cancello d'ingresso visitiamo subito la Casa del Adivino (casa del mago), il tempio più importante di Uxmal, alto ben 39 metri e costruito su base ovale. Il tempio fu ricostruito ben cinque volte  e i quattro templi precedenti furono ricoperti dalle successive ricostruzioni. Nel mondo maya piramidi e templi erano considerati come montagne stilizzate e a volte avevano al loro interno camere segrete, come le grotte in una montagna. Una grotta era la bocca dell'essere che rappresentava Xibalbà, il mondo sotterraneo, ed entrarvi significava entrare nello spirito del mondo segreto. Questo era il motivo per cui i templi maya avevano porte d'ingresso circondate da grandi maschere. Nel caso di Uxmal e, in particolare della casa del Adivino, il portale assume la forma della bocca di una gigantesca maschera del dio Chac.
Purtroppo per problemi di sicurezza non si può più salire fino alla sommità; un vero peccato perchè dall'alto ci sarebbe stata un'ottima visuale sull'intero sito di Uxmal.



Proseguiamo la visita con il cuadrangulo de las Monjas, la cui funzione è ancora oggi sconosciuta, dove anche qui su tutte le facciate dei quattro templi  c'è il volto di Chac, dal caratteristico  naso lungo.




Passiamo poi sotto un falso arco e arriviamo  al campo da gioco della palla, meglio conosciuto come juego de la pelota, ormai sempre presente nelle nostre visite, e visitiamo la vicina casa de las tortugas, il cui nome deriva dalle tartarughe scolpite sul cornicione. Anche questi animali erano associati al dio della pioggia Chac e, secondo la mitologia maya, quando il popolo soffriva per la siccità soffrivano anche le tartarughe ed entrambi pregavano Chac per  propiziare la pioggia.