Perché le squadre di calcio vanno in ritiro in montagna?

Da metà luglio circa gran parte delle società di calcio hanno reso note le destinazioni dei propri ritiri, la scelta riguarda tutti i club, le squadre di ogni livello tecnico, tattico e atletico, dalle formazioni favorite per la vittoria di campionati e coppe fino a quelle che secondo le quote sulla retrocessione dalla Serie Ahanno poche chance di restare nel massimo torneo.

 

ritiro squadre calcio montagna

Il ritiro rappresenta il momento in cui le varie compagini sono chiamate a creare il tanto citato “gruppo”, spesso tirato in causa nell’arco della stagione quando la situazione non si fa rosea come previsto. È un momento ben preciso e cruciale per quanto riguarda la preparazione fisica dell’intera stagione: si tratta di un periodo di 45-50 giorni antecedente all’inizio del campionato e in questi momenti tutti i giocatori sono chiamati a mettere nelle gambe benzina per i mesi successivi.

 


La montagna è la meta prediletta da tutte le compagini o quasi, che si tratti di uno step intermedio prima di partire per tournée estive oppure di un solo ritiro estivo funzionale alla preparazione atletica. La scelta della montagna è presto detta e le ragioni si ritrovano nel clima, decisamente più consono all’attività sportiva continuativa rispetto alla calura di luglio delle grandi città. Le località montane, infatti, sono da ormai diverso tempo il luogo caratteristico per i club di Serie A, che trovano una temperatura ideale per allenamenti solitamente molto più faticosi rispetto a quelli canonici, in particolar modo per le squadre che poi saranno chiamate a battersi su più fronti. È indubbio, infatti, che giocando ogni tre giorni, il tempo per allenamenti prettamente fisici è oltremodo ridotto e necessariamente deve essere dato maggior spazio alla parte tecnico-tattica.

 

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Da un punto di vista più tecnico, in montagna si trova un tasso di umidità molto inferiore rispetto a quello ritrovabile nelle grandi città, sedi dei principali club di Serie A. Ciò induce ad un minor sforzo fisico, a fronte di un aumento dal lato della quantità per ciò che concerne gli allenamenti, spesso con più sessioni al giorno e consuete partitelle d’allenamento con le formazioni locali. 

 

 

Questo aspetto rappresenta un vero e proprio business per le comunità: in Trentino, ad esempio, si stima un indotto di circa 10 milioni di euro per le due settimane di ritiro di compagini come Napoli e Bologna, da anni legate alla regione. I partenopei, come annunciato dalla società, saranno legati a Dimaro Folgarida per altri tre anni. L’Atalanta ha avuto come destinazione Clusone, il Bologna ha scelto Rio Pusteria (in Alto Adige) mentre il Cagliari ha optato per Asseminello e Chatillon, entrambe destinazioni della Valle d’Aosta. L’Empoli ha deciso per le montagne austriache, così come l’Udinese. La Val di Fassa è stata la destinazione del Genoa mentre la solita Auronzo di Cadore ha ospitato la Lazio. I bergamaschi sono intenzionati a preparare al meglio la stagione con il tanto atteso ritorno sul palcoscenico europeo grazie all’Europa League. Hanno invece optato per un ritiro casalingo altre compagini quali Fiorentina, Inter, Milan e Juventus.



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