L'Avez del
Prinzep era la pianta spontanea più grande d'Italia e l'abete
bianco più alto d'Europa.
Ho scritto
era perchè nella notte dello scorso 13 Novembre, una forte raffica
di vento lo ha abbattuto portando a terra con sé altri sei abeti
secolari.
Qui
sull'Alpe Cimbra, nel comune di Lavarone, l'Avez del Prinzep
era l'”amico” di tutti, meta di gite, escursioni e feste.
Tutti lo conoscevano. Un albero che si stima avesse circa 270/280
anni con un'altezza tra i 52 metri, dentro a una
circonferenza che sfiorava i 5 metri, che per abbracciarlo ci
volevano sei persone.
Il suo
nome, Avez del Prinzep, è legato alla storia della montagna.
L'abete del principe, in lingua cimbra “l'avez del Prinzep” fu
chiamato così perchè considerato il più bello, il più maestoso
dell'intera foresta che copre gli altipiani di Lavarone e Folgaria,
Ma si narra anche che ad ogni sindaco della zona venisse dato in
dotazione un albero e che questo abete fu dato al borgomsatro di
Luserna, che di cognome faceva Nicolussi Principe.
Durante la
sua caduta le radici non hanno ceduto al forte vento e hanno
resistito alla forte oscillazione, il tronco si è spezzato infatti
tra i tre e i quatto metri.
L'avez
del Prinzep già da alcuni anni presentava qualche problema. La
natura lo stava lentamente mangiando, il formicaio che aveva
attaccato la parte cariata è stato combattuto per anni cercando di
mettere una leggera protezione i vetro/resina. Nonostante l'età, la
pianta aumentava di circa un millimetro all'anno ed era
considerata in salute e forte.
Oggi ciò
che resta nella terra e parte del tronco verranno protetti da una
teca, il resto si trasformerà in tanti oggetti per poter
finanziare il percorso dei giganti e salvaguardare altre piante
monumentali dell'Alpe Cimbra. La sezione rami, invece, andrà a
chi desidera avere un cimelio. E’ stato deciso di preparare
5.000 rotelle di ramo. Non una di più. Questo porterà via
circa il 50% dei rami di diametro superiore ai 10 cm. Quasi 10
quintali del pregiato legno della chiom
Dopo un periodo di asciugatura e
stagionatura di 2-3 mesi, le rotelle saranno tutte marchiate e
singolarmente numerate al laser, accompagnate da una pergamena
descrittiva e da un certificato di garanzia e autenticità firmato in
originale dal Custode Forestale Damiano Zanocco. Saranno infine
inserite in una sobria ma elegante scatola di legno, o in un
sacchettino di lino o juta.
I ricavati
della vendita saranno così devoluti per scopi nobili come:
1) - L’edificazione di una
struttura che permetta la protezione e conservazione delle parti
dell’Albero che rimangono in loco.
2)
– La manutenzione e il miglioramento del “Sentiero dei
Giganti” già esistente.
3)
– La salvaguardia e tutela dei giganti verdi presenti nei
boschi di Lavarone e Luserna
Arrivare
all'Avez del Prinzep è molto semplice: vicino alla strada che
conduce al Passo Vezzena da Lavarone, troviamo malga Laghetto. Da qui
pochi metri a piedi e siamo nel posto dove ormai si trova la base
dell'albero. La zona invita a belle passeggiate tra boschi e
malghe dove ci si può fermare per assaggiare i prodotti tipici
locali come, ad esempio, il formaggio Vezzena, un formaggio a
latte crudo semi cotto parzialmente scremato a media-lunga
stagionatura.
Il latte
prodotto nelle malghe arriva in caseificio la sera e vi rimane in
affioramento per tutta la notte. Il mattino, tolta una parte di
grasso, inizia la lavorazione.
E' doveroso
sottolineare l'opera di salvaguardia che viene svolta
dall'organizzazione Slow Food che ha istituto un presidio
per il Vezzena di malga. Il Vezzena è da sempre considerato
il più tipico e tradizionale formaggio di sicura origine
trentina e indica il prodotto nelle malghe e nei caseifici
dell'omonimo altipiano di Vezzena, Lavarone, Luserna e Folgaria.
Una ragione
in più per visitare la terra dei giganti del bosco degustando i
sapori del territorio.
NB. Consiglio a tutti di visitare la pagina Facebook dedicata all'Avez del Prinzep (le foto sono tratte da questa pagina facebook), dove si possono vedere foto storiche e aggiornamenti sul progetto di salvaguardia e tutela dei giganti del bosco.
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