La festa della Madonna della Salute: tradizione e ponte votivo

Forse la meno turistica delle feste veneziane, la festa della Madonna della Salute, è ancora molto sentita dagli abitanti di Venezia, che a migliaia si recano all'altare maggiore della chiesa dedicata alla Vergine, dopo una delle tante pestilenze subite nel corso del 1500 e del 1600. Attorno alla metà del XVII secolo, il Nord Italia subì infatti una delle più gravi epidemie di peste. Gli studenti ne hanno avuto, tutti, una descrizione approfondita dal Manzoni nei Promessi Sposi. Come era già avvenuto nel secolo precedente con la costruzione della chiesa del Redentore, la Serenissima pronunciò allora il voto solenne di dedicare alla Madonna una chiesa, intitolandola Santa Maria della Salute.
La peste finì dopo un anno e mezzo circa, lasciando dietro di sé quasi 80.000 vittime tra gli abitanti di Venezia, doge e patriarca compresi, e 600.000 nel territorio della Serenissima. L'intera area fu bonificata e consolidata e la costruzione del tempio venne affidata a Baldissare Longhena, giovane architetto che nelle logiche del barocco che si andava affermando, aveva progettato una chiesa “in forma di corona per essere dedicata a essa Vergine”. Alvise Sagredo, il nuovo patriarca di Venezia, la aprì ai fedeli con una benedizione il 9 novembre 1687.

festa madonna della salute venezia

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Da allora, la festa della Madonna della Salute chiama a raccolta tutti i veneziani, e non soltanto quelli che abitano in centro storico e nelle isole. E come ogni anno migliaia di persone si mettono in fila pazientemente e percorrono il ponte votivo su barche attraverso il Canal Grande sul Bacino di San Marco, raggiungono a piedi la Basilica della Salute e rendono omaggio alla Madonna accendendo un cero affinché interceda per la salute di tutti.

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Come sempre, l'occasione comporta anche la presenza di bancherelle di prodotti artigianali e tipici assaggi di salumi e formaggi. E' una grande festa popolare insomma, per i bambini e per gli adulti : palloncini colorati, caramelle, torrone e marzapane e a volte persino gli Zampognari, come un preludio alle vicine feste natalizie.

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Per tradizione nelle case viene preparato un piatto tipico, la castradina, una particolare ricetta a base di carne affumicata di montone castrato, bollita e servita in tavola con il contorno di cavolo e verza. La tradizione perpetua così la gratitudine dei veneziani per i dalmati che durante il lunghissimo isolamento patito dalla città, furono gli unici a rifornirla regolarmente con montone castrato e conservato sotto sale, che divenne così la pietanza di quelle giornate. La ricetta vuole che la si faccia bollire per tre volte in tre giorni, con un richiamo ai tre giorni di processione in onore alla festa della Madonna della Salute.

Vedi anche la sezione del blog dedicata a Venezia 
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2 commenti:

  1. Caro Andrea, un grazie di questa bella carrellata di foto, della più bella città del mondo.
    Ciao e buona giornata con un abbraccio e un sorriso:-)
    Tomaso

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