Quali sono i nomi delle principali maschere veneziane? Tra le immagini che abbiamo del carnevale di Venezia ci sono costumi fantastici e super colorati, ma la vera maschera tradizionale veneziana è ben altro e ci racconta storie e tradizioni che meritano di essere scoperte.
Le maschere veneziane sono sempre state un artificio per celare la propria identità. La loro funzione era di incanalare le forze più oscure per renderle relativamente innocue. Così, durante il carnevale, era permesso cedere ai vizi che infatti, nel corso della festa, non stentavano a venire a galla.
Per questo motivo le maschere veneziane tradizionali non sono luccicanti, colorate o seducenti, ma piuttosto strane, surreali o addirittura oscene, perchè hanno appunto la funzione di rappresentare gli istinti più bassi.
LA BAUTA
Tra i nomi delle maschere veneziane, La Bauta è senza dubbio quella più conosciuta. In realtà, la sola maschera, originariamente nera e poi bianca, era detta larva.
LA LARVA
La larva con la sua forma che si allargava come un becco appena sotto il naso, ricopriva per tre quarti il volto, lasciando visibile solo il mento. La sua particolare conformazione alterava la voce e permetteva di indossare la maschera perfino per bere e mangiare, mantenendo così l'anonimato.
Con bauta, invece, si intende l'intero costume, composto dalla maschera. Come maschera veneziana, le donne usavano la moreta, una maschera ovale di velluto nero che ebbe origine in Francia, dove le dame erano solite utilizzarla per andare in visita alle monache, ma si diffuse rapidamente a Venezia, poichè abbelliva particolarmente i lineamenti femminili.
Quando due persone in bauta si incontravano, si salutavano con un semplice “maschera”.
Potevano partecipare a qualsiasi evento, mischiati nella folla, sicuri da ogni insulto o offesa, perchè la persona in tabarro e bauta era considerata sotto la speciale tutela della legge. Se pensiamo alle tante occasioni in cui si è parlato della Venezia licenziosa, è facile comprendere come la bauta venisse usata pressochè quotidianamente, non solo durante il Carnevale, tanto che agli inizi del 1600 il governo della Serenissima decise di vietarne l'uso durante la notte e impose altre limitazioni per tutelare l'ordine pubblico.
Le maschere veneziane erano permesse dal giorno di Santo Stefano, data che sanciva il giorno dell'inizio di Carnevale veneziano, fino alla mezzanotte del martedì grasso, che lo concludeva.
Oltre a questo periodo dell'anno, i veneziani indossavano la maschera durante la quindicina dell'Ascensione e arrivavano a utilizzarla, con ulteriori deroghe, fino alla metà del mese di giugno. Veniva poi concesso l'uso di maschere dal 5 ottobre fino al 16 dicembre.
LA GNAGA
Ci sono poi alcune altre maschere veneziane tradizionali, forse non molto note al di fuori dei confini lagunari. La gnaga era la maschera da gatta, con abiti femminili e un cestino da portare al braccio con un gattino dentro che gli uomini usavano per impersonare le donne: il nome è un onomatopeico che richiama il loro continuo miagolio.
MEDICO DELLA PESTE
Altra maschera comune è quella del medico della peste: nella Venezia del Medioevo, durante le pestilenze, i medici erano soliti indossare una maschera il cui lungo naso veniva riempito di spezie con il duplice scopo di coprire i miasmi emanati dai corpi degli appestati e di offrire una difesa, seppur debole, dal contagio.
PANTALONE
Tra le maschere più amate dal pubblico, specialmente nella commedia dell'arte, vi è quella di Pantalone, forse la maschera veneziana più conosciuta visto che fin dalle sue prime apparizioni nella Commedia dell'arte, Pantalone si esprime sempre nella schietta parlata veneziana.
Nel XVIII secolo il carnevale di Venezia durava vari mesi, un segno delle decadenza della Venezia di quel tempo, dove il carnevale aveva perso la sua funzione di sfogo temporaneo.
Dal 1978 , invece, il carnevale viene sfruttato per attirare i turisti: costumi moderni e fantastici che però non sono affatto autentici e hanno ben poco a che fare con la tradizione delle maschere veneziane.
Ciao Andrea! Conoscevo la Bauta e Pantalone, per le altre maschere veneziane, ho sempre usato, nella scelta, il gusto! E' da venti anni che non torno a Venezia per Carnevale, confesso! Ma in genere non amo i periodi "di affollamento" e men che mai in questo periodo!
RispondiEliminaMi dovrò assolutamente rifare, e nel frattempo ti ringrazio!
Buon Carnevale allora!
grazie!! pure io preferisco i periodi meno affollati
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