Guardando su internet troverete centinaia di articoli che vi diranno come scegliere le calze da trekking.
Questi articoli sono quasi tutti scritti da persone che non hanno idea di cosa stiano scrivendo e il cui obiettivo è unicamente quello di far indicizzare quella pagina dal più grande motore di ricerca al mondo in modo da guadagnare in credibilità e guadagnare grazie alle provvigioni incassate dalle vendite in affiliazione tramite Amazon.
Questo articolo, le cui finalità sono identiche, a differenza degli altri è stato scritto da chi le calze le fa veramente e che quindi conosce l’argomento.
Questo articolo non è stato scritto con il solo obiettivo di richiamare l’attenzione di Google ma con l’intento di dare qualche dritta a chi vuole avvicinarsi a questa splendida disciplina e ha capito che la calza da trekking è parte fondamentale dell’abbigliamento per affrontare al meglio le proprie escursioni!
L’errore che fanno in molti è spendere tantissimo per un ottimo paio di scarponcini da trekking con una suola dal grip eccezionale, gore-tex ovunque e poi risparmiare sulle calze, massacrandovi i piedi!
Quando deciderete di acquistare un paio di calze da trekking dovrete rispondere a tre domande fondamentali. Vediamole assieme.
Calze da trekking alte o basse?
Il trekking si effettua generalmente con scarponcini che sostengono la caviglia ma sempre di più con scarpe leggere e basse. Queste sono decisioni che riguardano la scelta della calzatura e che non andremo ad affrontare; L’unica cosa che posso dirvi in base alla mia esperienza personale è che la scelta deve essere fatta in base all’allenamento del vostro piede e della vostra caviglia e in base al terreno che incontrerete.
Una calza alta o bassa non dipende dal tipo di scarpa che avete scelto ma deve essere una scelta fatta in base alla vostra sensazione di benessere. Ci sono persone che adorano sentire il polpaccio stretto e sostenuto ed altri che non sopportano avere elastici sotto al ginocchio.
Le calze alte danno maggiore protezione termica e sono efficaci anche contro le zecche (se di colore chiaro) fungendo da “barriera” dove è facile individuarle prima che raggiungano la pelle.
Personalmente, prediligo le calze a gambaletto basse, che escono dallo scarponcino ma che non arrivano al ginocchio fermandosi sotto al polpaccio. Ovviamente rigorosamente indossate con pantaloni lunghi!
Calze da trekking spesse o leggere?
Sicuramente il primo ragionamento che andrebbe fatto sono le temperature del periodo in cui andrete a fare trekking. In generale quindi in quota o in periodi freddi calze spesse e negli altri casi sottili.
“Sottili ma non sottilissime perché ricordatevi che la funzione della calza è quella di fare da tramite tra scarpa e piede andando anche ad compensare le variazioni di volume dovute agli sbalzi di temperatura e alla pressione della circolazione sanguinea.
Il compito di una
buona
calza da trekking
è
anche quello di proteggere il vostro piede dalle eccessive
compressioni, dagli attriti e sfregamenti e quindi essere anche anti
vesciche.
Lo spessore deve essere poi determinato in base alla calzatura che utilizzerete.
Scegliete le calze in base alle vostre scarpe! Per uno scarponcino solido e robusto prediligete calze spesse, per una scarpa trekking ergonomica e morbida potete prendere calze più leggere o come piace dire a noi “meno spesse”.
Calze da trekking in filati naturali o sintetici?
Qui vorrei evitarvi di aprire un lunghissimo paragrafo sulla sostenibilità e sugli impatti ambientali degli uni e degli altri perché la discussione potrebbe essere molto lunga ed articolata.
Limitiamoci a dire che la lana in generale (meglio se merinos) ha indubbiamente delle caratteristiche molto interessanti; Le principali virtù di questo filato naturale sono:
la capacità di assorbimento del sudore ed un rapido rilascio verso l’esterno grazie ad un’ottima traspirabilità;
il fatto di essere un naturale termoregolatore che lo rendono eccezionale sia in estate che in inverno;
le proprietà antibatteriche e antiodore che permettono di indossare i capi in lana più giorni consecutivi! Ideali per chi affronta cammini di più giorni.
Nel trekking altri prodotti naturali come cellulosa (Tencel), bambù, seta, cashmere e ovviamente cotone secondo me hanno molti più difetti che pregi.
I filati naturali però sono più delicati e allora si sono iniziati ad utilizzare i filati sintetici, che rovinano il piede, lo lasciano umido, generano vesciche e …. puzzano!
Ma come disse Aristotele prima di noi : “La virtù sta nel mezzo”
Per realizzare con i macchinari una calza da trekking bisogna comunque inserire un certo quantitativo di filati sintetici.
Serve del filato per dare elasticità; serve del poliammide per dare struttura alla calza; serve spesso un filato più resistente per ridurre l’usura nei punti più sollecitati!
Il nostro consiglio è quindi quello di scegliere calze da trekking realizzate con alte percentuali di lana e che utilizzino filati sintetici di alta qualità in basse percentuali.
Un esempio per tutti: L’acrilico, il nylon, il poliestere sono filati di scarsa qualità poco adatti ad un prodotto come quello delle calze da trekking da cui dovremmo esigere alte prestazioni tecniche.
Ricordatevi di camminare leggeri e di non lasciare tracce del vostro passaggio.
Scritto da Federico Sordini, CEO ELBEC azienda specializzata nella produzione di calze ed accessori per le attività outdoor (https://www.elbec.it/it/).
0 comments:
Posta un commento