Sembra impossibile trovare
ancora angoli incontaminati e di pace in Val Badia e San Vigilio di Marebbe, e invece è così! In una delle zone più turistiche delle
Dolomiti, ho scoperto un piccolo villaggio dove il tempo sembra
essersi fermato.
Questo paese è Longiarù
e fa parte del comprensorio turistico di San Vigilio.
Più che un vero paese
sono gruppi di masi, chiamati in ladino viles, che si sono
conservati grazie alla posizione isolata in una valle senza sbocchi e
comunicazione. Longiarù è incassato tra i boschi che la
separano dalla Val Badia, il gruppo del Puez sullo sfondo che lo
divide dalla Val Gardena e le cime delle Odle. L'economia
dell'alpeggio, i pascoli, lo sfascio dei prati, insomma il duro
lavoro dei contadini l'hanno resa una delle località più
incantevoli di tutto l'Alto Adige.
L'isolamento ha mantenuto
intatte le due frazioni principali: Seres e Misci, proteggendole anche
dal turismo che qui non è mai eccessivo.
Un giro tra le vecchie
case, oltre ad essere suggestivo è molto istruttivo. Controllate
bene tutti i particolari delle abitazioni: parlano di un
antico passato che arriva fino ai giorni nostri. La cura dei
dettagli, poi, è così perfetta che verrebbe da fotografarle tutte!
Ecco quindi che Longiarù
è entrato di diritto nel club dei “Villaggi degli alpinisti”, un club a
cui possono accedere solo quei piccoli insediamenti delle Alpi che
dimostrano di essere impegnati nella tutela di un territorio montano
spesso minacciato da un turismo di massa sempre più invasivo,
promuovendo un turismo ecologico e sostenibile dove esseri umani e
ambienti naturali convivono in armonia in una sorta di museo vivente
di cultura e tradizioni ladine.
E cosa si può fare a
Longiarù? Beh, oltre ad ammirare l'architettura delle case,
consiglio di effettuare l'escursione alla
valle dei mulini, un sentiero di circa 1,5 km
che costeggia l'impetuoso torrente Seres, in un luogo suggestivo dove
si trovano otto mulini ad acqua
completamente restaurati, in parte
ancora utilizzati dai contadini locali.
In passato, quando i contadini della Val Badia vivevano solo dei prodotti della terra, questi mulini erano naturalmente indispensabili. L'acqua azionava le pale e le macine, semplificando il lavoro nella produzione quotidiana del pane.
In passato, quando i contadini della Val Badia vivevano solo dei prodotti della terra, questi mulini erano naturalmente indispensabili. L'acqua azionava le pale e le macine, semplificando il lavoro nella produzione quotidiana del pane.
L'itinerario compie un
giro ad anello e si ritorna al punto iniziale dopo circa un'ora. Potete
partire direttamente dal centro (circa 30 minuti in più), oppure
avvicinarvi con la macchina e lasciarla al parcheggio da dove inizia
l'escursione.
Caro Andrea, la carrellata di foto mi fa sognare, la mia gioventù, ora guardo le foto!!!
RispondiEliminaCiao e buona fine settimana con un forte abbraccio e un sorriso:-)
Tomaso