I castelli di Giulietta e
Romeo a Montecchio Maggiore sono una bella gita da fare in mezza
giornata in Veneto. A mezz'ora circa di
macchina dalla bella Verona si trova Montecchio Maggiore, in
provincia di Vicenza, un borgo conosciuto per ospitare le rovine di
due antichi castelli, ai piedi di un colle, chiamati castelli di
Giulietta e Romeo.
Vi incuriosirà di sicuro
sapere come mai vengono chiamati in questo modo. La settimana scorsa
ero di passaggio per Montecchio Maggiore e ho pensato di fare una
piccola e veloce deviazione per raggiungere (in macchina) la sommità
del colle e saperne di più. Volendo di può arrivare anche a piedi
dal centro ma ci si impiega molto più tempo.
Nell'Ottocento le loro
mura diroccate abbandonate suggestionarono a tal punto gli studiosi
di storia e archeologia, ma anche quelli di letteratura, da diventare
ben presto note per essere state scelte da uno scrittore del luogo
quali dimore di due importanti famiglie contrapposte.
Per cogliere appieno
l'evolversi di questa scoperta tutto sommato recente, si deve
tuttavia fare un passo indietro: seppure siano in pochi a saperlo e la
cosa non venga mai pubblicizzata più di tanto, sembra proprio che la
tragedia di Shakespeare si sia ispirata a un libro di qualche
decennio prima.
I fatti ci raccontano che
il letterato Luigi Da Porto nel 1524 si dedicò alla stesura della
Istoria novellamente ritrovata di due nobili amanti con la pietosa
loro morte intervenuta già nella città di Verona nel tempo del
signor Bartolomeo della Scala.
Ma chi era Luigi da Porto?
Era un rampollo di una nobile famiglia vicentina
messo al comando di 50 cavalleggeri dalla Serenissima. Luigi si
innamorò di Lucina, sua cugina e figlia di una famiglia nemica. I
due si incontrarono in una festa e si innamorarono perdutamente. Due
giovani che di certo si erano promessi, vengono separati più avanti
da un destino crudele e dalla ragion di Stato veneziana. Lui soldato
della Serenissima Repubblica,
viene ferito quasi a morte in combattimento, e costretto a ritirarsi
in solitudine a Montorso, dove ha come unica consolazione la
scrittura; lei costretta a sposare un altro nobile cugino per sanare
i terribili conflitti familiari.
Luigi non
dimenticò mai il suo amore e scrisse una novella intitolata “
La Giulietta”, una novella in cui lascia molte tracce della sua
storia e molti indizi di chi erano i protagonisti. Dopo la morte di
Da Porto la novella fu stampata a Venezia e liberamente tradotta fino
a passare nelle mani di un certo William Shakespeare che ne
creò il capolavoro letterario di tutti i tempi.
Nonostante non vi sia
certezza alcuna sul fatto che questa fosse realmente la patria di
Romeo e Giulietta, ne che le siano state davvero abitate dai due
giovani innamorati ostacolati dalle loro famiglie, di certo sappiamo
che dalle finestre della villa appartenente a Da Porto i due castelli
erano ben visibili, come pure noti erano i fatti che vi accadevano.
Letteratura o meno, ciò che senza dubbio resta è il valore storico
e culturale che queste due costruzioni presentano: prima di essere
ribattezzate in onore dei protagonisti della tragedia shakespeariana,
erano conosciute con i nomi di Castello della Villa (quello
attribuito a Romeo) e della Bellaguardia (la dimora di Giulietta).
Furono entrambi edificati nel Trecento dal signore di Verona Antonio Della Scala per sfruttare al meglio la strategica posizione sopraelevata. Oggi i castelli, anche se ristrutturati, versano in uno stato di semi abbandono: uno è diventato ristorante, e si può entrare solo nell'orario di apertura, l'altro, invece, è un teatro all'aperto, visitabile (per quel che si può vedere) solo durante i giorni festivi.
Furono entrambi edificati nel Trecento dal signore di Verona Antonio Della Scala per sfruttare al meglio la strategica posizione sopraelevata. Oggi i castelli, anche se ristrutturati, versano in uno stato di semi abbandono: uno è diventato ristorante, e si può entrare solo nell'orario di apertura, l'altro, invece, è un teatro all'aperto, visitabile (per quel che si può vedere) solo durante i giorni festivi.
La cosa più bella,
comunque, è che da qui la vista si può spingere lo sguardo fino
alle Piccole Dolomiti e sulle Prealpi vicentine! Una bellissima vista
che può dare un'idea di quello che vedeva Luigi da Porto quando
scrisse il suo libro.
Ho avuto modo di scoprire
questa storia durante il mio soggiorno presso l'agriturismo Villa Selvatico,
un'antica villa veneta, di proprietà della famiglia Da Porto, dove
vive a Antonio da Porto, l’ultimo discendente di Luigi, e posto
ideale per passare un weekend o un breve soggiorno immersi nella
campagna veneta nei dintorni di Padova.
L'agriturismo mi è
piaciuto molto, offre vari tipi di appartamenti di cui uno molto
bello con caminetto, e un grande parco secolare con piscina.
Ma la cosa più suggestiva
è la possibilità di vivere un soggiorno in un'antica villa veneta,
respirando la storia e il passato del posto.
Fatevi accompagnare da Alessandra o dai suoi genitori all'interno del corpo centrale e fatevi poi raccontare tutta la storia di Luigi e Lucina, rimarrete incantati.
Fatevi accompagnare da Alessandra o dai suoi genitori all'interno del corpo centrale e fatevi poi raccontare tutta la storia di Luigi e Lucina, rimarrete incantati.
Info Utili:
Per gli orari e info sui castelli, visita il sito della Pro Loco di Montecchio Maggiore
Dove Dormire:
Agriturismo Villa Selvatico
Via Selvatico 1
35010 Codiverno di Vigonza (PD)
Tel. 049.8005361
Email: info@villaselvatico.com
Sito Web: Agriturismo Villa Selvatico
Per gli orari e info sui castelli, visita il sito della Pro Loco di Montecchio Maggiore
Dove Dormire:
Agriturismo Villa Selvatico
Via Selvatico 1
35010 Codiverno di Vigonza (PD)
Tel. 049.8005361
Email: info@villaselvatico.com
Sito Web: Agriturismo Villa Selvatico
Ciao Andrea grazie per queste notizie, è bello sapere che la tragedia del Bardo è proprio italiana! L'agriturismo è bellissimo, un abbraccio
RispondiEliminagrazie!!
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