La battaglia di Caporetto: il riassunto della disfatta italiana

 

La battaglia di Caporetto è uno degli eventi più importanti durante la Grande Guerra in Italia.

Con il post di oggi volevo fornirvi un piccolo riassunto della battaglia / disfatta di Caporetto e anche invitarvi a visitare la sezione del blog dedicata alla Grande Guerra con vari post dedicati alle escursioni per le trincee e approfondimenti storici su personaggi e fatti come, ad esempio, Francesco Giuseppe I d'Austria, sua moglie Sissi, breve riassunto sulla prima guerra mondiale, la Strafexpedition o l'attentato di Sarajevo

 

Spero con il tempo di poter coprire gran parte dei fatti, personaggi e itinerari trekking a tema Grande Guerra. Purtroppo le mani sono solo due, ma con calma cercherò di fare tutto 😊




CHI VINSE LA BATTAGLIA DI CAPORETTTO

Veniamo ora alla battaglia di Caporetto!

 

Gli austriaci già a settembre del 1917 spedirono tra Plezzo e Tolmino lo stratega Konrad Kafft von Dellmensingen esperto di guerra alpina. 

Fu lui che dovette trovare il punto debole del fronte italiano e lo identificò in un “buco” impoverito di divisioni, quasi in riva all'Isonzo, a monte di Volzano. Era il settore affidato al generale Badoglio. 

 

Il bollettino dettato alle ore 13 del 24 ottobre garantiva : “il nemico ci trova saldi e ben preparati”.

Gli austro tedeschi, invece, fecero le cose per bene, usando una strategia completamente nuova per il fronte italiano: non puntarono più sul logoramento, ma sulla sorpresa e sulla forza di penetrazione. 

 

caporetto battaglia disfatta riassunto

 

Per arrivare, le truppe d'assalto viaggiarono soltanto di notte. Di giorno sembrava tutto normale, anche perché i soldati tedeschi indossavano divise austriache. Tutto incominciò alle 2 del mattino del 24 ottobre, il fuoco smise alle otto e mezza. 

 

Fecero di più: a Plezzo in piena notte usarono proiettili a gas contro i quali non c'era difesa. Un battaglione tedesco con bombole al fosgene in un minuto sterminò seicento italiani prima che poterono muoversi. Non il solito gas, stavolta fu acido cianidrico, letale anche in concentrazione modesta, le maschere antigas ingrassate con la vasellina furono completamente inutili. 

 

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I fanti della brigata Friuli morirono sorpresi nel gesto che stavano compiendo, molti erano raggomitolati contro la parete della trincea, il fucile tra le ginocchia. Austriaci e tedeschi concentrarono quindi le truppe in due spazi a fondovalle, distanti tra loro 25 chilometri, a Plezzo e Tolmino, individuati come i punti deboli dello schieramento italiano. 

 

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La vera novità consistette nel controllare il fondovalle e non le cime. Austriaci e tedeschi presero tutto e in fretta, anche il Mrzly mai conquistato alla cui difesa rimase una compagnia decimata e stretta attorno ad un sottotenente di 19 anni, Raffaele Vergombello arrivato il giorno prima.


L'ultima comunicazione dal monte Jeza fu del generale Giovanni Villani: “le truppe hanno fatto il loro dovere fino all'ultimo”. Due giorni dopo il comandante si sparò. 

 

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DISFATTA DI CAPORETTO CONSEGUENZE

Ciò che sconcerta è che la ritirata della II armata da Caporetto divenne una rotta. I comandi non controllarono più le loro truppe, i collegamenti furono inesistenti. I capi persero la testa e lasciarono i soldati senza guida, numerosi ufficiali superiori sulle loro auto si misero in salvo. 

 

La disfatta di Caporetto costò all'Italia circa 12.000 morti, 30.000 feriti e 265.000 prigionieri, nonche' un clima di caos, distruzioni, razzie e violenze gratuite  che seguirono al dilagare del nemico, ora realmente “invasore”, in tutta la pianura veneta.

 

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Il ripiegamento si trasformò in una disfatta generale, quasi in una corsa col nemico a chi arriva prima presso il fiume Tagliamento: 1.600.000 uomini tra chi fugge e chi insegue. 

Biografia: La guerra di Giovanni

 

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2 commenti:

  1. Ciao Andrea!

    Non ti nascondo che da sempre la Storia mi ispira! Trovo questa sezione del tuo blog sulla Grande Guerra molto interessante, educativa ed "ispiratrice" di viaggi!

    Conoscere i territori e la loro storia aiuta a conoscere meglio i luoghi, non credi? Grazie mille allora!

    Mimì


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    1. Grazie mille troppo gentile! si si è quello che penso pure io

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