In
molti mi avete chiesto ultimamente informazioni sulla Ciclovia Alpe
Adria. E' una ciclabile che è tra i miei progetti futuri, ma che,
per il momento, non ho mai percorso. Ecco allora che ho pensato di
dar voce, anzi penna, a chi la conosce bene. Con il post di oggi
ospito nel blog Paolo di Italia Con i Bimbi che vi racconterà,
per filo e per segno, come si sviluppa questa ciclabile.
Pronti
a scoprire la Ciclovia Alpe Adria? Partiamo!
Sarete
d’accordo con me: solo la mente di un benemerito visionario ha
potuto partorire l’idea di una pista ciclabile che mette in
comunicazione il Salisburghese, la Carinzia e il Friuli Venezia Giulia, collegando di fatto Salisburgo col mare di Grado. Ridotta ai
minimi termini, la Ciclovia Alpe Adria è proprio questo: un
itinerario dedicato alle biciclette di 410 Km, dalla città di Mozart
alle spiagge dell’alto Adriatico. Questa bella ciclabile
internazionale, frutto della perfetta cooperazione transfrontaliera,
è diventata in pochissimo tempo il volano di un turismo virtuoso che
allo stesso tempo incentiva la mobilità sostenibile.
Ma
quanto sarà faticoso pedalare per 410 chilometri dall’Austria all’Italia? Diciamo subito che il percorso, diviso in 8 tappe,
sfrutta preferibilmente il fondovalle dei fiumi e pertanto è
caratterizzato da un modesto dislivello altimetrico. Ogni giorno si
percorrono al massimo 50/60 km, e questo ci fa affermare senza paura
di smentita che la Ciclovia Alpe Adria è una alla portata di ogni
ciclista, bambini compresi. Fondo stradale molto curato, fontanelle
dove approvvigionarsi d’acqua strada facendo, abbondanti aree
ristoro e un dettagliato elenco di alberghi ed ostelli per il
pernotto fanno di questa moderna green way il paradiso del
cicloturista anche se alle prime armi.
Se
quanto fin qui detto non bastasse, c’è da sapere che l’intero
percorso è interessato anche dalle linee ferroviarie austriache ed
italiane sulle quali fanno servizio i Regionali di Trenitalia, i
treni dell’austriaca ÖBB per non parlare dei comodi convogli
transfrontalieri della Micotra che, più volte al giorno collegano
Villach con Udine arrivando, nel fine settimana, fino a Trieste.
Ebbene,
su tutti questi treni le biciclette sono benaccette e così si monta
in sella senza paura anche se abbiamo poco allenamento nelle gambe.
Dico
questo con cognizione di causa dal momento che, non più tardi di
qualche estate fa, munito di una moderna bicicletta pieghevole, ero a
spasso sulle Alpi Giulie.
Da
Gorizia, o meglio da Nova Gorica, avevo raggiunto il Lago di Bled
costeggiando lentamente il corso dell’Isonzo a bordo di uno di quei
magnifici treni storici sloveni che inerpicandosi su per la vecchia
ferrovia transalpina, fanno assaporare ad ogni viaggiatore incantato
un po’ di quell’atmosfera da Austria Felix.
Sceso
alla stazione di Bled Jezero, mi trovai di fronte al lago che,
circondato della foschia del primo mattino, sembrava come uscito da
un sogno. Da Bled non fu difficile prendere uno dei tanti bus diretti
a Rateče, paese sloveno sul confine con l’Italia vicinissimo a
Kranjska Gora.
Attraversata
la vecchia dogana italiana da lungo tempo abbandonata, non mi restò
che inforcare le mie due ruote di libertà. Lasciandomi alle spalle
i Laghi di Fusine e aiutato dal vento in poppa, percorsi i 10 Km di
ciclabile fino a Tarvisio ad una ragguardevole velocità di crociera.
La
prima tappa della Ciclovia Alpe Adria in territorio italiano prendeva
il via in leggera pendenza costeggiando, ma tenendosene a debita
distanza, la Statale 13. Valbruna, Ugovizza e Malborghetto: silenzio,
aria pura e asfalto liscio.
Già
da Tarvisio la ciclabile viaggiava sull’antico tracciato della
ferrovia pontebbana, entrata in funzione nel 1879. Più avanti dopo
Pontebba pedalavo sui viadotti ferroviari affrontando senza paura una
serie di gallerie ben illuminate.
Non avevo molto tempo per cogliere
l’attimo perché, era già pomeriggio inoltrato e gareggiavo col
tramonto incipiente. A Chiusaforte la stazione ferroviaria è
diventata un accogliente punto di ristoro per i ciclisti: d’estate
ai margini della ciclabile, tavolini ed ombrelloni propiziano una
sosta. Anche io entrai per chiedere gli orari delle autolinee SAF
per Gemona.
Il destino non mi fece lo sconto: mi toccò pedalare
fino a Resiutta, 7 chilometri più a valle. Lì, utilizzai i pochi
minuti prima del passaggio dell’ultimo bus per Carnia, dove avrei
trovato un treno diretto a Gemona del Friuli per acquistare il
biglietto e per farmi servire un bicchiere di vino col quale brindai
al primo arrivo di tappa.
Paolo
Merlini
Scrivo di slow travel con i mezzi pubblici nei miei libri, ma anche di viaggi in famiglia su Italiaconibimbi.it
Scrivo di slow travel con i mezzi pubblici nei miei libri, ma anche di viaggi in famiglia su Italiaconibimbi.it
Always beautiful ANdrea, tanti auguri e Buon Natale !!!
RispondiEliminagrazie!! buone feste
EliminaCiclovia Alpe Adria 410km?
RispondiEliminaBella da Tarvisio a Moggio Udinese poi il limbo!
Da Buia a Udine,il nulla...solo una serie di strade di campagna utili per collegare tramite trattori i vari campi agricoli. Tratto pieno di buche, con segnaletica insufficiente,inadeguata!
Ma scusate io la percorro in Monta bike (in bicicletta normale è quasi improponibile) almeno un paio di volte l'anno e negli ultimi cinque non una miglioria è stata fatta almeno fino al Cormor da Buia.
Mi pare serva solo per pubblicità ingannevole, le ciclabili del Trentino si possono titenere tali, senza andare all'estero.
grazie per il messaggio! Il Friuli è in Italia, ma probabilmente rispetto al Trentino avrà un'altra "mentalità" per la cura delle ciclabili :)
EliminaCondivido quanto descritto dall' anonimo, da Tarvisio sino a Moggio tutto perfetto, poi ingannevole chiamarla ciclabile. L'Austria tutta un'altra realtà. Io l'ho percorsa sino a Gemona. Peccato per il ns. Turismo
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