Josef
Innerkofler, detto Sepp, è di sicuro una delle figure più conosciute ed
importanti della Grande Guerra sulle Dolomiti.
Con il post di oggi
volevo farvi conoscere questo personaggio, guida alpina, all'epoca tra
le più note in assoluto, poi arruolato volontariamente nell'esercito
austroungarico per difendere il suo paese, Sesto - Sexten, e la sua
valle ai piedi delle Tre Cime.
IL
BREVETTO DI GUIDA ALPINA
Sepp
Innerkofler nacque nel maso Unteredam a Sesto il 28 ottobre 1865.
Grande amante delle montagne, della sua valle e appassionato
cacciatore di camosci, dopo un'esperienza lavorativa di alcuni anni
in una segheria, nel 1889 riuscì a prendere il brevetto di guida
alpina, meritandosi in breve una solida fama nell'accompagnare in
montagna clienti di tutta Europa.
Intanto cresceva anche la sua
notorietà alpinistica, definitivamente affermata con la prima
salita alla Cima Piccola di Lavaredo per la parete nord (con gli
scarponi chiodati!), effettuata il 28 luglio 1890 assieme a Hans
Helversen e Veit Innerkofler. Poco dopo sposò Maria Sadler,dalla
quale ebbe sette figli, due dei quali morirono ancora bambini.
foto presa da internet |
GESTORE
DEL RIFUGIO DREI ZINNEN
Dal
1898 e fino alla sua distruzione nel 1915 fu gestore del rifugio
Dreizinnen (l'attuale rifugio Locaelli presso le Tre Cime di
Lavaredo), già allora diventato una meta rinomata dei tour
dolomitici. Partecipò anche alla gestione del rifugio di Monte Emo
e del Zsigmondy in Val Fiscalina, mentre, nel 1908 costruì l'albergo
Dolomiten, diventando in poco tempo uno degli uomini più ricchi
della valle di Sesto.
ARRIVO
DELLA GUERRA
Nel
1914 fu esentato dall'obbligo di leva per ragioni di età, ma
nell'anno successivo, la guerra si spinse fino alle sue montagne.
Il 19 maggio il quasi cinquantenne Sepp Innerkofler si arruolò
volontario negli Standschutzen, assieme ai due fratelli e al
figlio maggiore Gottfried.
Su richiesta del comando tedesco iniziò
subito un instancabile servizio di ricognizione: la sua pattuglia
volante portava informazioni preziose sugli spostamenti
dell'esercito italiano e confondeva gli osservatori nemici
mantenendosi in continuo movimento, così da indurre a sopravvalutare
la reale consistenza dello schieramento austriaco.
D'altronde, chi
meglio di lui conosceva quelle montagne? Nonostante questa
infaticabile attività, Innerkofler trovò il tempo di annotare
gli avvenimenti di quei primi giorni in cui la guerra sembrava
ancora una specie di gioco cavalleresco; fra l'altro fu testimone
della distruzione del suo rifugio Dreizinnen e raccontò la
pericolosa guerra di pattuglie con l'efficacia del protagonista.
LA MORTE
DI UNA GUIDA
Sepp
Innerkofler trovò la morte sulla cima del monte Paterno il 4
luglio 1915 in circostanze oggi controverse.
Il suo ufficiale, appena arrivato nel settore e che perció non conosceva la situazione locale, ordinó a Innerkofler l’azione disperata sul Paterno.
Sepp dovette obbedire, e nel contempo impedì ai figli di venire con lui: “Vostra madre potrà piangere uno solo di noi”.
Gli
italiani testimoniarono che morì con un masso scagliato da un alpino
del presidio sommitale, altri dichiararono, invece, che a centrarlo
fu un colpo sparato dalle postazioni italiane delle Tre Cime; il
figlio minore di Innerkofler, Josef, sostenne che suo padre fu
vittima di “fuoco amico”. Non si saprà mai con certezza come
andarono le cose. Un destino beffardo visto il nome della
montagna in cui morì “Paterno”, ma beffardo anche perchè
Innerkofler era padre di due ragazzi che assistettero, col binocolo,
alla sua fine terribile.
Il
suo corpo fu recuperato, non senza difficoltà, dagli alpini che gli
diedero una onorata sepoltura sulla cima del monte. Nell'agosto del
1918 le sue spoglie furono traslate nel cimitero di Sesto,
dove tuttora riposano nella tomba di famiglia.
Ancora
oggi, se fate una piccola visita al cimitero di Sesto, in centro
paese, potete vedere una grande lapide con l'immagine della
deposizione di Cristo e la scritta Grabßtätte der Familie Sepp
Innerkofler", Tomba della famiglia di Sepp Innerkofler.
VEDI ANCHE:
La sezione del blog dedicata alla GRANDE GUERRA
che bello sitio Andrea and interesting history !
RispondiEliminagrazie!!
Eliminagrazie per queste info! non conoscevo questa storia
RispondiEliminagrazie!!
EliminaSaluti Andrea sei stato bravissimo ad evidenziare un eroe TIROLESE, altri dovrebbero ricordarsi che perdere la propria identità è come perdere la memoria, ti trovi orfano per volere di pensieri e ideali assurdi, oggi i VERI Tirolesi sono in tutta EUROPA che salvano costumi usi e tradizioni. Ciao Tiziano val di Sole.
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