Francesco Baracca nasce il 9 maggio 1888 a Lugo di Romagna. Frequenta l'Accademia Militare di Modena ed entra come ufficiale di carriera nel reggimento di cavalleria Piemonte Reale che aveva base nella capitale.
Chiede il trasferimento in aviazione nel 1912 e va prima alla scuola di pilotaggio di Reims in Francia, dove, su un velivolo Hanriot, consegue il brevetto di pilota, poi a Somma Lombardo, al Battaglione Aviatori di Milano.
GRANDE GUERRA
Allo scoppio della Grande Guerra con i nuovi caccia Nieuport Ni.10 iniziano le sue prime missioni operative.
All'asso dell'aviazione italiana vengono attribuite 34 vittorie in 63 combattimenti aerei. Il simbolo della sua squadriglia, detta degli Assi, è il cavallino rampante, già nello stemma di famiglia di Baracca, un simbolo che sarebbe entrato nella leggenda.
Per i suoi duelli aerei viene premiato a Milano dal Re Alberto del Belgio.
Francesco Baracca esalta un'arma giovanissima, diventerà Aeronautica Militare soltanto nel 1923. Gli aerei italiani avevano già mostrato in Libia nel 1911 a che cosa potevano servire: dai velivoli in tela e legno si lanciavano bombe a mano sui nemici.
Gli altri eserciti hanno imparato presto, l'Italia è entrata in guerra con 58 velivoli in tutto e appena tre milioni di lire per costruirne di nuovi e per addestrare i piloti.
Sullo stimolo di costruttori come Caproni e di pionieri come Baracca e di propagandisti come D'Annunzio, gli aerei vengono impegnati prima nella ricognizione e nella fotografia del territorio, poi nel bombardamento e nelle battaglie.
MORTE
La sera del 19 giugno, mentre attorno divampa la battaglia, Baracca non rientra alla base.
E' sceso col suo aereo a mitragliare gli austriaci, sino a duecento metri dal suolo, la pallottola sparata da un soldato da terra lo colpisce al capo e l'aereo precipita sprofondando in un rogo.
Lo cercano per tre giorni, lo trovano alla Busa delle Rane sul Montello - Treviso: Baracca è accasciato sulla cloche.
In seguito s'ipotizzò che Baracca si fosse suicidato, con un colpo di pistola alla tempia, per non morire bruciato nel suo velivolo, ma questa tesi non fu mai provata.
I funerali solenni vengono celebrati il 26 giugno, mentre ancora infuria la battaglia, a Quinto di Treviso, e fu Gabriele D'Annunzio a pronunciare l'elogio funebre del grande pilota italiano.
CAVALLINO RAMPANTE
Nel 1923 un giovane Enzo Ferrari, incontra i genitori di Francesco Baracca e dall'amicizia nasce l'idea della madre di porre l'emblema del figlio disegnato sull'areo, il cavallino rampante, sulle auto prodotte da Ferrari. Ma non proprio lo stesso: la coda del cavallino di Baracca rivolta verso il basso, mentre quella della Ferrari verso l'alto.
SACELLO
Il monumento a Francesco Baracca si trova a Nervesa della Battaglia in Via Baracca (non nel luogo della caduta dell'aereo).
Seguendo le indicazioni si arriva con la macchina in un ampio parcheggio, dal quale parte una suggestiva camminata tra alti cipressi, che conduce al Sacello.
Alla base del sacello, su una lastra di marmo, ci sono i simboli tipici di Francesco Baracca: l'ippogrifo e il cavallino rampante.
TOMBA
La tomba di Francesco Baracca, invece, è a Lugo di Romagna ed è stata realizzata nel 1923 dallo scultore di Lugo Roberto Sella in stile Art Decò e presenta una decorazione musiva che ricorda da vicino i mosaici di Ravenna.
Al grande pilota è dedicato anche un pregevole monumento nella piazza di Lugo.
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Prima guerra mondiale riassunto
La sezione del blog dedicata alla GRANDE GUERRA
La Banda delle Forchette
RispondiEliminaBellissimo post! Mi coglie nel cuore, essendo molto appassionata, oltre che alla motagna, di volo, aerei, storia del volo! Grazie Andrea!
RispondiEliminaeh si, qui c'è proprio la storia dell'aviazione
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