L'obiettivo iniziale della giornata di oggi non era quello di visitare la diga del
Vajont. Partiti con l'intenzione di effettuare un'escursione al
lago di Santa Croce, al nostro arrivo troviamo ad attenderci una
nebbia fitta che non permette nemmeno di vedere i primi dieci metri
del lago. Tempo troppo brutto per proseguire in un'escursione che ha
come punto di forza il panorama dei monti dell'Alpago riflessi sulle
acque. Così, sul momento, mi è venuto in mente della vicina diga
del Vajont con il sentiero trekking della memoria che porta a
Casso, luoghi tragici della storia d'Italia, ma che meritano di
essere visitati per capire e ricordare quello che è successo.
la diga del Vajont |
Molti decidono di
visitare prima la diga e poi di raggiungere in macchina l'abitato di
Casso. La nostra passeggiata, semplice e adatta a tutti, permette,
invece, di fare un giro ad anello rimanendo sempre immersi nel
bosco e ascoltare un silenzio carico di emozioni con davanti la
sagoma del monte Toc, montagna che presenta ancora le ferite della
frana del 1963.
il paese di Casso |
Il paese di Casso è
caratteristico e singolare, costituito da abitazioni tipicamente
in pietra, sviluppate su diversi piani in altezza in modo tale da
risparmiare i terreni fertili. Si dice che Casso sia stato miracolato tre volte:
prima da una frana della montagna, poi dalla peste del
Seicento e poi dall'onda del Vajont. Già , perchè il paese è
stato interessato dal disastro del Vajont dove l'acqua ha lambito le
prime case danneggiandone alcune e provocando l'abbandono del paese. In totale sono morte solo due persone a Casso,
e sembra incredibile visto che i sassi lanciati dall'onda d'urto
dell'acqua raggiunsero il paese come una pioggia di meteoriti:
se ne possono vedere in Chiesa, uno sotto l'altare, e l'altro è
ancora sulle travi del tetto.
Prima di iniziare la
nostra escursione ne approfittiamo per passeggiare per le strade
del paese: sembra di entrare in un'altra realtà , un paese
fantasma, ormai sono pochissime le persone che vivono qui. La nebbia
e le nuvole basse rendono l'atmosfera ancora più misteriosa; alcune
case sono state completamente ristrutturate ed adibite a B&B e si
spera che piano piano il paese di Casso possa vivere una nuova
rinascita.
![]() |
abitazioni tipiche di pietra |
Subito all'inizio del
paese troviamo la partenza del nostro sentiero: il Troi de la
Nongola ci porterà in circa mezz'ora di discesa alla diga del
Vajont. Il sentiero si snoda prima sul bosco e poi, una volta
raggiunto un bar ristorante, continua lungo la strada provinciale
che conduce alla diga.
inizio dell'escursione |
sfortuna con il tempo:( |
vista della diga con il materiale franoso |
Quello che vediamo oggi,
alberi e terra a ridosso della diga, non è altro che il
materiale franoso che si è staccato dal monte Toc.
La frana che
si staccò aveva dimensioni gigantesche: con un fronte
superiore a 2 chilometri, una larghezza di almeno 500 metri , pari ad
una superficie di 2.000 campi di calcio.
![]() |
una memoria sempre viva |
la parte della diga non sommersa dalla frana |
Lentamente raggiungiamo
il piccolo centro informazioni dove vengono organizzate delle visite
guidate a pagamento, e che permettono, solo con la guida, di camminare
sul camminamento della diga con un prezzo di € 10,00. Prezzo che ci
sembra un po' alto e quindi preferiamo leggere i cartelli descrittivi
(molto completi e esaustivi) e di continuare a piedi lungo la
galleria che conduce a Longarone, dove ci sono dei punti
panoramici davvero impressionanti.
uscendo dalle gallerie |
Come impressionante fu la
forza d'urto della massa franata che creò due ondate che si
abbatterono una verso monte e l'altra verso valle. Quest'ultima
superò lo sbarramento artificiale innalzandosi sopra di esso fino a
lambire le case più basse del paese di Casso (dove eravamo prima) e
si incanalò nella stretta gola del Vajont, acquistando sempre più
velocità ed energia: all'uscita della gola la massa d'acqua alta
70 metri e con una velocità di 96 km/h, si riversò su Longarone
radendo al suolo tutto quello che incontrò. Le vittime di questo
tragico disastro, avvenuto in meno di 5 minuti,
furono 2018.
Tempo per un veloce snack
dal venditore di panini ambulante e cominciamo la nostra salita
questa volta con il sentiero CAI 380, che si prende subito di
fronte al piccolo parcheggio dove c'è il centro informazioni.
![]() |
ritornando a Casso |
Saliamo sempre più di
quota, tra boschi con i colori del tardo autunno, ammiriamo un po'
la valle del Piave e, dopo una curva a destra, seguiamo le
indicazioni per Casso: dopo pochi minuti, si ha una visuale
spettacolare sulla diga del Vajont dall'alto.
vista dall'alto della diga |
Casso |
Passiamo una vecchia casa
abbandonata, un piccolo cimitero e in circa cinquanta minuti siamo
di nuovo a Casso. Sempre nel silenzio totale, attraversiamo di
nuovo la cittadina e tempo per un tè caldo nell'unico bar del
paese.
La nostra escursione però
non è finita. Volendo si potrebbe raggiungere il paese di Erto, dove
è presente un museo della memoria, ma siccome è abbastanza tardi,
preferiamo andare a Longarone. Il paese che non c'è più,
ora è un insieme di palazzi grigi anni 60 insieme ad una zona
industriale. In pochi minuti di macchina si raggiunge il cimitero
monumentale di Fortogna, un grande giardino, dove si possono
vedere 1910 cippi marmorei bianchi, uno per ogni vittima e tutti
identici: tutti sono stati vittime della stessa tragedia e vanno
ricordati tutti alla stessa maniera.
il cimitero monumentale di Longarone a ricordo delle 2000 vittime |
All'ingresso c'è anche un
piccolo museo, che purtroppo troviamo chiuso (orari assurdi), dove
sono presenti ricordi, cimeli e immagini di questo tremendo
avvenimento. Un momento che ci invita a soffermarci sugli
errori/orrori causati dalla sete d'oro di poche persone e che
dai quali ancora non si è imparato.
ALTRE COSE DA FARE IN PROVINCIA DI BELLUNO:
Vedi anche tutte le mie escursioni in montagna
Vedi anche la mia pagina dedicata al Veneto
Wow! Posto magnifico Andrea!
RispondiEliminaBuon weekend Tesoro!
Un abbraccio
Dili
Nuovo post: http://www.milanotime.net/vintage-pattern-dress/
grazie :))
EliminaQuesto articolo mi ha commossa, non esistevo all'epoca del disastro, tuttavia queste catastrofi segnano la popolazione di una nazione per sempre, vedere quelle bandierine con i nomi dei bimbi morti, quel campo con 1910 lapidi, è qualcosa che spezza il cuore anche a distanza di più di 50 anni.
RispondiEliminaGrazie Andrea per aver condiviso luoghi incantati, senza farci dimenticare chi non va dimenticato.
Buon week, a presto.
Angelica
grazie
EliminaNon so perchè...io c'ero in quel periodo ed ho vissuto appieno la tragedia ma non andrei mai qui. Non chiedermi perchè non te lo so dire. Buona fine settimana.
RispondiEliminapure a me non piace di solito visitare i posti delle tragedie, però qui c'è molto di più, c'è tutta una storia di interessi e corruzione di poche persone, alla fine rimaste impunite, contro la natura e contro la popolazione, che deve essere ricordata. per questo il centro visite organizza diverse uscite guidate per non dimenticare.
EliminaE' un posto molto bello se non fosse per la tragedia stata !
RispondiEliminagià :(
EliminaAmazing place!
RispondiEliminaHave a nice week-end!
Gil Zetbase
thanks!
Eliminaposti tristissimi ma che meritano la pena visitare.
RispondiEliminasi davvero
Eliminaci sono passata accanto durante un viaggio ma non mi sono fermata, prima o poi devo rimediare per conoscere meglio un pezzo - sebbene triste - di storia
RispondiEliminahttp://www.audreyinwonderland.it/
si merita davvero una sosta. la si vede sempre dalla strada statale che porta a cortina
EliminaL'hai visto lo spettacolo di Marco Paolini "Il racconto del Vajont"? E' bellissimo, merita davvero. Se non lo hai visto, lo trovi anche su Youtube.
RispondiEliminasi si visto! bellissimo
EliminaUn posto da sogno Andrea.
RispondiEliminaAdesso me lo segno per consigliarlo ai miei clienti
Un bacione
Maggie Dallospedale Fashion diary - Fashion blog
grazie!
EliminaHo fatto un giro anche io per quelle zone e sono rimasta sconvolta. L'incuria e l'interesse dell'uomo sono allucinanti. Non si può e non si deve dimenticare... Un abbraccio
RispondiEliminagrazie
EliminaIndubbiamente una gita molto istruttiva ed interessante ..Ricordo vagamente l'episodio, ma mi ero documentata con qualche notizia e una pellicola fatta discretamente bene su questa immane disgrazia...
RispondiEliminaSuggestivo, triste, anche grottesco se vogliamo...pensare a tutte quelle persone morte, a queste disgrazie che si susseguono ora più che mai a dismisura , stringe veramnete il cuore
Abbraccio forte amico mio!
già davvero. non si impara mai dagli errori
EliminaAmazing place Andrea !!!
RispondiEliminaxx
http://www.thetrendysurfer.com/
Servissero a qualcosa queste tragedie...
RispondiEliminaPosti meravigliosi, anche se molto tristi.
A presto :)
eh già :(
EliminaSiamo un fornitore di prestito di denaro tra particolare e investimento di 0,6 e 10% TAG. Quindi, se avete bisogno di un finanziamento di denaro, si prega di contattare il signor Thilo e VOLZ voi li hanno in 24 ore: thilo.volz1956@gmail.com
EliminaE-mail: thilo.volz1956@gmail.com
thanks :)
RispondiEliminaUn posto che emoziona.
RispondiEliminadavvero
EliminaCiao Andrea, tu hai la capacità di farmi innamorare di questi posti
RispondiEliminaun bacione
Maggie Dallospedale
Indiansavage.com
:))
EliminaMa che bella questa diga.
RispondiEliminaMi piacerebbe molto visitarla.
Un bacione
Maggie Dallospedale Fashion diary - Fashion blog