I cimbri sono un anticolo popolo di origine tedesca arrivato secoli fa nelle nostre montagne del nordest.
Nel XII e XIII secolo una serie di colonie di contadini affluiti dal Tirolo nord-occidentale si insediò in alcune zone delle Prealpi fino ad allora completamente spopolate, in parte per esercitare i poveri mestieri dell'alpigiano (tagliare i boschi, allevare i bovini, dissodare i terreni), in parte per renderle sicure militarmente.
La maggior parte degli studiosi concorda nel ritenere che i cimbri abbiano i loro antenati nei coloni tedeschi chiamati a popolare l’Altopiano di Asiago per occuparsi di attività di disboscamento.
Da questo primo insediamento ne sorsero poi altri, prima in Lessinia e poi nella zona dell’Altopiano di Folgaria, Lavarone, Luserna e anche in Cansiglio.
ORIGINE
Quando Venezia prese possesso dei territori scaligeri, si accordò con i Cimbri affinché facessero guardia armata ai confini settentrionali dell'Altopiano di Asiago.
In cambio di tali servigi i cimbri ottennero piena autonomia, godendo di privilegi nell'utilizzo delle risorse del territorio, dell'esenzione dal servizio militare e dalle tasse.
Questa popolazione di lingua tedesca era fiera e orgogliosa, di poche parole e chiamavano i non Cimbri “Belish”, che vuol dire italiani, oppure “Paur”, ossia contadini.
Hanno abitato queste terre a partire dal dodicesimo secolo; erano uomini liberi, avvezzi alla vita dura di montagna, molto religiosi, ma anche molto superstiziosi.
Vedevano nei boschi le case di creature mitiche come le “Anguane”, le “Fade”, gli “Orchi” e il “Basilico”, tutti esseri della mitologia Sassone.
Hanno amato e rispettato il territorio dove si sono stabilizzati consentendoci di godere ancora oggi di queste bellezze.
LAVORI
I
Cimbri erano abilissimi boscaioli, falegnami e soprattutto
“scatoleri”.
Nel Cansiglio, ad esempio, con una tecnica consolidata e tramandata di padre in figlio ricavavano dai grandi faggi sottili assicelle, “i crivelli” che opportunamente sagomati e assemblati si trasformavano in svariati prodotti di largo consumo.
Il baratto e la vendita di questi oggetti nei paesi circostanti e col tempo anche all’estero, consentiva loro di procurarsi tutto il necessario al vivere quotidiano.
SCOMPARSA DELLE LINGUA
Tra il 1700 e il 1800 l'antica parlata Cimbra è quasi del tutto scomparsa, tuttavia in località remote come Luserna e Giazza, permangono tuttora dei madrelingua viventi di una grande cultura montanara.
Infatti, l’isolamento geografico, aggiunte all’orgoglio degli abitanti di questi due paesi, sono stati i fattori che hanno permesso la conservazione di questa lingua arcaica.
Con soli 600 parlanti è il cimbro è tra le lingue meno diffuse al mondo.
E' ancora possibile comunque individuare numerosi e significativi toponimi che tradiscono un'evidente etimologia alloglotta e che ancora oggi sono di uso generale e consolidato presso le popolazioni locali.
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