Le 12 Battaglie dell'Isonzo

Quante battaglie ci sono state sull'Isonzo? 

 

Sul Carso e sull'Isonzo, per la conquista di alture modeste improvvisamente diventate obiettivi strategici come il Podgora o il San Michele, l'esercito italiano perse dal maggio 1915 all'ottobre 1917 migliaia di uomini, la maggior parte nel corso delle 12 battaglie dell'Isonzo, offensive volute dal generale Cadorna nel tentativo di arrivare a Trieste.

 

Di tutti i morti e i feriti italiani registrati nel corso della prima guerra mondiale i due terzi vennero colpiti in questa sottile striscia del territorio.

 


 

Con il nuovo post nel blog andiamo alla soperta di un breve riassunto delle 12 battaglie dell'Isonzo:


PRIMA E SECONDA BATTAGLIA DELL'ISONZO

Dal 23 giugno al 7 luglio 1915 viene combattuta la Prima Battaglia dell'Isonzo. 

 

L'obiettivo principale dell'esercito italiano era quello di superare la linea del fiume Isonzo per raggiungere quella del Sava.

Nei primi giorni di giugno vennero occupate Gradisca e Plava oltrepassando l'Isonzo su pontoni di barche, visto che tutti i ponti allora esistenti erano stati fatti saltare.


Nella notte tra il 15 e 16 giugno 1915 l'esercito italiano conquista la vetta del Monte Nero, dominante tutta la zona dall'Alto Isonzo fino a Tolmino. Dalle creste del Vrata gli alpini della 35ma Compagnia comandata da Vittorio Varese si buttano sulle posizioni avversarie conquistandole e facendo circa 200 prigionieri tra cui 12 ufficiali.


Il 7 luglio 1915 raggiungono la linea del fronte sul Podgora due battaglioni di carabinieri, i quali, allo scoppio della Seconda Battaglia dell'Isonzo, combattuta dal 19 luglio al 3 agosto 1915, balzarono all'assalto assieme ai fanti della Brigata Re.

 

L'obiettivo era quello della conquista del Monte Podgora, ma furono bloccati dalle profonde linee di reticolati e trincee e quasi completamente decimati.

 

12 battaglie dell'isonzo


La seconda battaglia dell'Isonzo viene anche ricordata come battaglia del San Michele. Alle 17:30 del 20 luglio l'esercito italiano riuscì ad occupare la vetta, ma venne riconquistata dall'esercito austro-ungarico il giorno dopo.

 

L'attacco dell'esercito italiano fu quindi ripetuto e il 26 luglio la vetta del San Michele venne rioccupata, per poi essere perduta di nuovo poco tempo dopo.


Il 3 agosto tutte le azioni vennero sospese. L'avanzata fu sempre bloccata dalle difese accessorie e dalle difficoltà del terreno, che erano difficilmente conquistabili con le teorie dell'attacco frontale.

 

L'idea di avanzata fulminea era ormai sfumata e anche qui si arrivò alla guerra di posizione.

 

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TERZA E QUARTA BATTAGLIA DELL'ISONZO

Il 18 ottobre ebbe inizio, dopo circa due mesi di relativa calma, la terza battaglia dell'Isonzo.

 

Alle ore 12 l'artiglieria italiana cominciò a bombardare la zona del Monte San Michele e le posizioni di Doberdò del Lago e ben presto le brigate Re e Pistoia attaccarono nella zona del Monte Podgora senza conseguire gli obiettivi prefissati. Questo a causa del clima sfavorevole e dei contrattacchi austro-ungarici, che rioccuparono le posizioni perdute.


Gli unici successi durante la terza Battaglia dell'Isonzo si ebbero nella zona della testa di Ponte di Piava ma anche in questo caso i risultati non furono soddisfacenti. In queste zone alcuni reggimenti persero circa il 50% degli effettivi.

 

12 battaglie del'isonzo


Per il 10 novembre ci si preparò a iniziare una nuova offensiva sul fronte del Carso: la quarta battaglia dell'Isonzo.  

 

Battaglia che porterà gli italiani alla conquista della trincea delle Frasche il giorno 13 novembre e della trincea dei Razzi il 14 da parte dei fanti della Brigata Sassari.

In queste azioni ciascun reggimento della brigata Sassari fu proposto per la prima medaglia d'oro alla bandiera.


Il 17 novembre venne dato ordine di bombardare la città di Gorizia, importante centro logistico austro-ungarico. Per la prima volta si dava ordine di bombardare una città ancora abitata, e gli effetti furono devastanti.

 

Con l'arrivo del primo freddo il 5 dicembre tutte le operazioni si conclusero e anche questa battaglia terminò con perdite elevatissime a dispetto degli esigui successi.


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QUINTA E SESTA BATTAGLIA

Dal 9 al 15 marzo 1916 si svolge la quinta Battaglia dell'Isonzo. Più che una battaglia si tratta di piccoli scontri per spostare l'attenzione degli imperi centrali da Verdun.

 

Gli attacchi erano diretti soprattutto contro il Podgora, il San Michele, il Santa Maria e il Mrzil ma il maltempo bloccò ogni tentativo italiano.



Alle 5:15 del 29 giugno 1916, sul Monte San Michele, gli austro-ungarici sferrano il primo attacco con i gas asfissianti utilizzando quasi 6000 bombole al cloro fosgene.

 

Complessivamente tra le linee italiane furono messi fuori combattimento circa 200 ufficiali e 3900 uomini di truppa tra morti e feriti.


12 battaglie dell'isonzo

Dopo un periodo di stasi per riorganizzare i reparti, dal 4 al 9 agosto 1916 si svolge la prima fase della sesta battaglia dell'Isonzo con lo scopo di conquistare la testa di Gorizia. Gli attacchi si estendono su tutte le linee del Podgora, Oslavia e del Sabotino.

 

12 battaglie dell'isonzo

 

L'8 agosto 1916 le truppe italiane della 12ma Divisione, con in testa i fanti del 28mo reggimento fanteria Brigata Pavia, conquistano la città di Gorizia!


Conquistata Gorizia le truppe italiane si spinsero verso est per iniziare la seconda fase della sesta battaglia dell'Isonzo, dal 10 al 17 agosto 1916.

Il Monte Kuk, il Monte Santo, il San Gabriele e il San Daniele sbarrarono loro la via, bloccandole sulla nuova linea difensiva austro-ungarica.

 

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SETTIMA, OTTAVA E NONA BATTAGLIA DELL'ISONZO

Dal 14 al 18 settembre 1916 Cadorna inaugura la tattica delle “spallate”. Urti energici, di breve durata, contro settori limitati. Nei soli 4 giorni della settima battaglia dell'Isonzo le perdite furono terribili su entrambi i fronti e gli italiani conquistarono solo alcune trincee e una piazzaforte presso Merna.


L'ottava battaglia dell'Isonzo durò solamente 2 giorni, dal 10 al 12 ottobre 1916. Si sviluppò soprattutto nella zona di Doberdò, a est di Monfalcone. Furono scontri violentissimi, si contarono 24.500 italiani e 40.500 austro-ungarici tra morti e feriti, e le conquiste furono irrilevanti.

 

12 battaglie dell'isonzo
 

Con l'ottava battaglia dell'Isonzo l'esercito austro-ungarico arretrò di centinaia di metri per restringere il fronte ed avere più truppe sulle nuove linee.

 

Abbandonarono la zona di Gorizia e si disposero su una nuova linea che correva dal Monte Santo fino al mare percorrendo la zona collinare del Monte Hermada.


Il 3 novembre la Brigata Pinerolo espugnò il Monte Lupo mentre la Brigata Toscana conquistava il Dosso Faiti.

 

Il XII Corpo d'Armata rimasto in posizione arretrata il giorno 4 tentò una manovra di aggiramento in modo da conquistare il territorio antistante Castagnevizza. Manovra che non ebbe esito fortunato e che portò a conclusione la nona battaglia dell'Isonzo.

 

12 battaglie dell'isonzo

 

DECIMA E UNDICESIMA BATTAGLIA

Tra il maggio e l'agosto del 1917 Cadorna sferra le due più imponenti spallate sul fronte dell'Isonzo. Nonostante le ingenti perdite e la conquista dell'Altopiano della Bainsizza, gli italiani non riuscirono a raggiungere Trieste.


Lanciata tra il 15 maggio e il 5 giugno 1917, la decima battaglia dell'Isonzo investì tutto il settore del fronte che andava da Tolmino al mare. L'obiettivo era d'impegnare le riserve avversarie sul medio Isonzo e tentare in contemporanea lo sfondamento lungo il basso Isonzo tra il Carso Triestino e l'Adriatico, così da raggiungere Trieste.

 

12 battaglie dell'isonzo
 

L'undicesima battaglia dell'Isonzo fu la più imponente offensiva che l'esercito italiano riuscì mai a lanciare. 

 

Ben 600 battaglioni appoggiati da 5.200 cannoni attaccarono il tratto di fronte tra Tolmino e il mare, esercitando il massimo sforzo offensivo sull'altopiano della Bainsizza così da spezzare e isolare i due pilastri della difesa imperiale sul Carso: il Monte San Gabriele e l'Hermada a sud.

 

battaglie dell'isonzo
 

Le divisioni italiane nulla poterono contro il massiccio dell'Hermada. Così la via per Trieste rimase loro ancora una volta preclusa. Al termine della 11ma battaglia dell'Isonzo, gli austro-ungarici erano ormai al collasso ma anche gli italiani non si trovavano in condizioni migliori, stanchi e sfiduciati per la mancata conquista di Trieste.

 

12 battaglie dell'isonzo

 

DODICESIMA BATTAGLIA DELL'ISONZO

Il 24 ottobre gli austro-tedeschi sferrano una potente offensiva e sfondano il fronte italiano lungo il settore dell'alto Isonzo nei pressi di Caporetto.


La duplice monarchia danubiana, logorata dalle undici battaglie, si vide costretta a chiedere aiuto all'alleato germanico per alleggerire la difficile situazione sul fronte italiano. 

 

I tedeschi, accettarono di intervenire con diverse unità che si erano rese disponibili dalla chiusura del fronte russo, ma imposero che il comando delle operazioni fosse saldamente in mano ai generali tedeschi.


Nella breve ma intensa fase preparatoria, l'artiglieria austro-tedesca, forte di ben 1830 bocche da fuoco a cui si opponevano solo 985 cannoni italiani, sparò anche una quantità considerevole di colpi a gas

 

L'azione venefica del gas ebbe un effetto devastante soprattutto nella conca di Piezzo, dove migliaia di fanti italiani trovarono la morte a causa dell'inadeguatezza delle maschere a gas.

 

12 battaglie dell'isonzo

 

Colti di sorpresa dalla determinazione e dalla velocità con cui le avanguardie d'assalto austro-tedesche penetravano in profondità, i reparti italiani, abituati a una lenta e statica guerra di posizione, furono travolti. Soprattutto i comandi e le unità di retrovia precipitarono nel panico più assoluto, dando inizio a una fuga scomposta e precipitosa.


Già il 24 ottobre i soldati tedeschi occuparono Caporetto e il 26 ottobre arrivarono alle porte di Cividale del Friuli rigettando quasi completamente gli italiani dalla linea dei monti. 

Con la 2a armata allo sbando e la 3a armata sul Carso che rischiava l'accerchiamento, il generale Cadorna nella notte del 27 ottobre ordinò il ripiegamento generale e lo sgombero di quelle poche posizioni faticosamente conquistate in due anni di lotta, come la città di Gorizia.


VEDI ANCHE:

La sezione del blog dedicata alla GRANDE GUERRA e al FRIULI VENEZIA GIULIA

 

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