C'è una magia indiscutibile nell'aria di montagna. Il profumo di resina, il suono di un torrente
lontano, la sensazione di pace che scende quando si guarda un panorama mozzafiato.
Sempre più italiani scelgono la montagna per una fuga rigenerante, con i dati ISTAT che
indicano un aumento costante delle presenze nelle località alpine e appenniniche fuori dalla
stagione sciistica.
 
Ma oggi, staccare la spina non significa necessariamente spegnere il telefono. Anzi,
l'equilibrio perfetto sta nel godersi la quiete della natura, sapendo di avere in tasca un alleato
digitale per ogni evenienza.
 
Questo articolo è una guida per chi vuole vivere la montagna in modo moderno, esplorando
sentieri con l'aiuto di mappe digitali, rilassandosi con app di meditazione e concedendosi,
nelle lunghe serate, un po'; di sano intrattenimento nei casinò online che offrono fino a 50 giri
gratis, che può spaziare dalla lettura di un audiolibro a una partita a carte virtuale.
 
 
app online montagna

 

SABATO 6 DICEMBRE

ESCURSIONE SENTIERO RILKE

DESCRIZIONE:

Partiremo dalle suggestive risorgive del Timavo, uno dei fiumi sotterranei più affascinanti d’Europa, che riemerge alla luce dopo un percorso di 40 km nel sottosuolo. Da qui imboccheremo il sentiero che ci condurrà verso il caratteristico villaggio dei pescatori alle foci del fiume.


Proseguiremo poi all’interno del bosco della Cernizza, un ambiente ombreggiato e silenzioso dove la natura del Carso si mostrerà in tutta la sua bellezza. Raggiungeremo quindi Duino, dominata dal suo castello affacciato sul mare, e da qui inizieremo a percorrere il celebre Sentiero Rilke. Questo tratto, nella roccia e sospeso sul Golfo di Trieste, ci regalerà scorci spettacolari: falesie a picco sul mare, il blu intenso dell’Adriatico e la vegetazione mediterranea modellata dal vento.


Infine, rientreremo a Duino e, su sentiero ad anello immerso nella tipica vegetazione carsica, tra pini neri, lecci e rocce candide, torneremo al parcheggio. 

 


escursione di gruppo duino


La Sengia Martini è una delle cose più suggestive da vedere sui Colli Berici. 

 

Durante un recente sopralluogo per una mia uscita di gruppo ai Mulini di Mossano, mi era rimasto un po’ di tempo nel pomeriggio. Così, invece di tornare a casa, ho deciso di fare una piccola deviazione verso Zovencedo per visitare questo luogo davvero particolare: la Sengia dei Meoni, una suggestiva casa scavata nella roccia.

 

Nonostante sia poco conosciuta, questa abitazione rupestre custodisce una storia affascinante, intrecciata con la vita semplice e laboriosa delle famiglie che hanno abitato queste colline.

 

Purtroppo la casa non è sempre aperta, vi consiglio di controllare gli orari. Si entra esclusivamente con visite guidate e nel prezzo è incluso anche la visita della vicina cava.


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I Colli Berici sono una delle zone che frequento più spesso durante le mie escursioni di gruppo.

Se vuoi partecipare alle prossime uscite, puoi:  iscriverti al canale Whatsapp Montagna di Viaggi, visitare la sezione ESCURSIONI DI GRUPPO del blog, oppure mandarmi una mail a andreapizzato76@gmail.com

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Per arrivare alla casa rupestre si può percorrere un sentiero nel bosco di 15 minuti dal parcheggio del campo sportivo di Zovencedo, oppure (non dovrei dirlo), quasi direttamente in macchina, con il comodo parcheggio del museo della cava.

 

VISITE

Anni fa la casa era  gestita da una cooperativa che si occupava anche dell'organizzazione delle visite. Ora non più e non ho ben capito chi sia il nuovo gestore. 

Prima di programmare la vostra sosta, vi consiglio di verificare online orari e modalità di ingresso, perché la gestione e le informazioni possono variare nel tempo.


Nel mio blog cerco sempre di offrire contenuti accurati ma, non avendo nessun tipo di aiuto/supporto da parte delle istituzioni locali, mi è impossibile aggiornare in tempo reale tutte le informazioni pratiche: per questo vi invito a controllare direttamente le fonti ufficiali prima della visita.

 

TRA FONTANE ANTICHE E CAVE ABBANDONATE

Lungo i numerosi sentieri che solcano il territorio di Zovencedo, si possono scoprire paesaggi naturali ancora incontaminati, dove la natura si alterna a testimonianze della vita rurale di un tempo: antiche fontane con lavatoi — come la Fontana della Villa, la Fontana de Biste, la Fontana delle Piane, la Fontana del Monte, la Fontana del Borgo, la Fontana di San Gottardo, la Fontana dei Trotti o del Travegno e la Fontana delle Donne — e le vecchie “priare”, le cave di pietra abbandonate che da secoli modellano il paesaggio berico.

 

In una di queste cave, aperta in una cengia dominante la Val Pressia, con vista sul castello del paese, si trova la Sengia dei Meoni: una casa ricavata ingegnosamente nella roccia, che porta il nome dell’ultima famiglia che la abitò.


 

UNA CASA COSTRUITA NELLA PIETRA

L’abitazione originale era sviluppata su due piani: al piano terra si trovavano l’ingresso, la cucina con focolare e secchiaio; al piano superiore, le camere da letto

All’interno della stessa “Priara” erano ricavate anche la stalla e le adiacenze rurali, sfruttando al massimo lo spazio e la protezione offerta dalla roccia.

 

 

 

Questa casa fu abitata fino al 1959, anno in cui un evento drammatico costrinse la famiglia a lasciarla per sempre.

 

IL FULMINE DEL 1959

La sera dell’11 agosto 1959, un violento temporale si abbatté sui Colli Berici. 

 

Un fulmine scese dal camino della casa e si scaricò sull’impianto elettrico, sfasciando tutto: caddero pietre dai muri e dalle finestre. 

Adelaide Meoni, che viveva lì con la sua famiglia, raccontò così quel momento:

“Un giorno, l’11 agosto 1959, alle sette di sera, un violento temporale si abbatté con tuoni, fulmini e lampi sulla Zengia.
Un fulmine scese dal camino e si scaricò sull’impianto elettrico, sfasciando tutto: cascarono le pietre più deboli dei muri e delle finestre (...).
Guerrino Pescaore corse in paese a chiamare aiuto, credevano che fossimo tutti morti.
Accorsero le autorità e tanta gente. Poco prima del fulmine ho pregato tanto, bruciando l’ulivo e con la candela benedetta accesa, perché ci salvassimo; avevo quasi un presentimento che succedesse qualcosa, perché era troppo brutto.
Fui così graziata che nessuno si è fatto male, nonostante fosse cascato tutto.”

 

Dopo quel giorno, la famiglia abbandonò la casa, che rimase per decenni in stato di abbandono fino ai restauri recenti, che ne hanno restituito il fascino e la memoria.




LA PIETRA DEI BERICI

Per capire la Sengia dei Meoni, bisogna comprendere anche la natura stessa dei Colli Berici, costituiti quasi interamente da rocce calcaree stratificate nate milioni di anni fa sul fondo del mare.


Nel corso del tempo, i fanghi e i gusci di piccoli animali marini si sono depositati a strati, formando spessi banchi di pietra che si sono solidificati con il prosciugarsi delle acque.

 


 

Questa pietra, conosciuta come Pietra di Vicenza, è un materiale tenero e facilmente lavorabile appena estratto, ma resistente agli agenti atmosferici una volta stagionato.

 

Fin dall’epoca romana e poi nel Medioevo, la pietra dei Berici è stata utilizzata per costruire stele, capitelli, fontane e monumenti.


Nel Rinascimento, Andrea Palladio e i suoi allievi la scelsero per decorare le ville e i palazzi di Vicenza, Padova e Venezia. I blocchi di pietra venivano trasportati a valle su carri trainati da buoi o lungo i canali su zattere, dando vita a un’attività fiorente e radicata nella cultura locale.

Ancora oggi, la pietra di San Gottardo — una delle varietà più pregiate — è utilizzata da scultori e artigiani locali per realizzare opere, capitelli, balaustre e fontane che mantengono viva questa antica tradizione.

 


Tutto questo viene spiegato dopo la visita della casa rupestre Sengia Meoni nell'adiacente Cava de Cice.

 


Insomma, durante questo pomeriggio ho fatto un tuffo nel passato in un luogo sospeso nel tempo, dove la vita rurale si intreccia con la forza della natura e la memoria della pietra.


VEDI ANCHE:

Escursioni Colli Berici   

Cosa vedere sui Colli Berici 

Sentiero del Donatore

Lago di Fimon

Mulini di Mossano

Eremo San Cassiano

Covoli di San Donato

Cosa vedere a Vicenza

Vacanze in Veneto: dove dormire 

Agriturismi in Veneto 

 

Non perderti inoltre la sezione dedicata al VENETO,  al TREKKING e alle ESCURSIONI DI GRUPPO




Il regno dei Fanes è sempre stata una delle mie mete preferite per un'escursione da Cortina d'Ampezzo. In estate, però, i sentieri sono spesso affollati, così ho deciso di approfittare di una splendida giornata autunnale infrasettimanale per raggiungere i rifugi Fodara Vedla e Sennes, partendo dal parcheggio San Uberto via Malga Ra Stua

 

Lungo il percorso di 19 km, 6 ore e 650 metri di dislivello, ho attraversato le cascate del Boite, un angolo di natura che in questo periodo dell'anno sembra ancora più magico.

 

La scelta di camminare durante la settimana si è rivelata vincente: i sentieri erano praticamente deserti, e mi sono potuto godere ogni passo in totale tranquillità, ammirando un magico foliage!

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Cortina è una delle zone che frequento più spesso durante le mie escursioni di gruppo.

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malga ra stua rifugio sennes fodara vedla cascate del boite

Scoprire luoghi nascosti e segreti all'interno della regione più turistica d'Italia, il Veneto.  
Ebbene si, la nostra regione, oltre alle località più famose come Venezia, Jesolo, Cortina d'Ampezzo, Verona etc etc nasconde dei piccoli gioielli e chicche che meritano di essere scoperti con calma e a ritmo lento.

 

Con il post di oggi vi svelerò i miei luoghi preferiti, alcuni un po' conosciuti, altri, invece, molto meno, che nascondono un fascino davvero suggestivo.

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Il Veneto è la regione  che frequento più spesso durante le mie escursioni di gruppo.

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veneto segreto



Milano Centrale non è solo un nodo ferroviario tra i più trafficati d'Europa. Per gli amanti della montagna rappresenta il punto di partenza verso le vette dell'Alto Adige, del Trentino e delle Dolomiti.  

 

Migliaia di appassionati attraversano questa stazione diretti verso rifugi alpini e paesaggi mozzafiato. Ma cosa fare quando si arriva con ore di anticipo o con uno scalo prolungato? La risposta sta nell'organizzazione intelligente del viaggio.

 

milano centrale
 

Tra le escursioni più panoramiche – e allo stesso tempo meno battute – del Garda Trentino, troviamo senza dubbio quella che porta alla cima del Monte Misone.

 

Un itinerario impegnativo ma super suggestivo: circa 16 km di percorso, oltre 1.100 metri di dislivello e un tempo di percorrenza di circa 7 ore, tra boschi, pascoli e viste che si aprono a perdere il fiato sul lago e sulle Dolomiti di Brenta.

 

Nel post di oggi voglio raccontarvi la mia esperienza: ero partito con l’idea di raggiungere semplicemente il Rifugio San Pietro, ma complice una giornata limpida e luminosa, ho deciso di proseguire fino alla vetta.

 

monte misone e rifugio san pietro



La cittadina di Egna, in Alto Adige, è da poco tempo entrata nel club dei borghi più belli d'Italia.  

Spesso messa ingiustamente in ombra da località più note  come Bressanone, Brunico e Merano,   quest’estate ho deciso di scoprirla di persona per capire se davvero meritasse di passare così inosservata.

 

cosa vedere a egna