Ma vediamo le cose con ordine!
Decido di effettuare questa escursione in un mercoledì di metà settembre con una giornata splendida, un sole caldo ma non più afoso che illumina le Dolomiti.
Il paese, però, è già chiuso per ferie: serrande abbassate, alberghi e bar deserti (l'unico aperto è chiuso di mercoledì), nessun turista in giro. Da un lato è un peccato, dall’altro significa che oggi posso godermi la montagna in totale solitudine, senza urla, senza fretta, solo io e la natura.
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La Val di Zoldo è una delle mete che frequento più spesso durante le mie escursioni di gruppo.
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SI PARTE DA PECOL
Lascio l’auto al grande parcheggio degli impianti di risalita e, a piedi, mi avvicino al centro del paese.
Vado verso sinistra su Via Monte Civetta, passo accanto alla chiesa e, dopo pochi minuti, arrivo a un ponticello che supera il torrente Maè: qui inizio a scorgere le prime, magnifiche viste sul Civetta, che domina la valle con tutta la sua imponenza.
È una vista che mi accompagnerà per gran parte del cammino. Attraverso il ponte e imbocco la stradina sterrata, ben segnalata dalle indicazioni per le sorgenti.
PALANCHE
Poco dopo un bivio: tengo la destra e, ancora una volta, scelgo la destra per scendere al tratto delle Palanche.
È un angolo davvero suggestivo, dove il torrente Maè scorre tra ponticelli in legno e piccole panchine che invitano a fermarsi ad ascoltare il gorgoglio dell’acqua.
GAVON PICCOLO
Seguo fedelmente il sentiero verso sinistra e arrivo in breve alla prima cascata, il Gavon Piccolo. Non è una cascata imponente, ma il contesto naturale la rende molto scenografica.
GAVON GRANDE
Da qui il sentiero sale ripido per pochi minuti.
Raggiungo di nuovo la strada sterrata e la seguo fino a vedere sulla destra un sentiero che porta alla seconda cascata, il Gavon Grande.
Qui l’acqua si apre con più forza, creando un salto d’acqua suggestivo con una pozza d'acqua trasparente.
Dopo una sosta per ammirare questo spettacolo, ritorno sul sentiero principale e proseguo ancora, sempre immerso nel bosco.
Poco più avanti trovo il cartello per la deviazione per le sorgenti del Maè. Vado a destra, supero un greto sassoso e affronto un tratto in salita piuttosto deciso.
SORGENTI DEL MAE'
In una decina di minuti raggiungo finalmente le sorgenti.
È bene dirlo: non aspettatevi le cascate del Niagara o le fonti celebrate dai poeti.
Qui l’acqua sgorga in modo semplice e naturale dalla roccia, formando piccoli rivoli che danno vita al torrente Maè. La bellezza del luogo sta nella sua autenticità, nel silenzio che regala un momento di contemplazione.
RIFUGIO PIAN DEL CREP
Scendo nuovamente alla strada sterrata e la seguo fino a raggiungere la Baita Civetta.
La vista si apre sempre di più, e i protagonisti indiscussi sono due giganti delle Dolomiti: il Pelmo e il Civetta.
Da qui salgo ancora fino al rifugio Pian del Crep, punto di arrivo per chi utilizza gli impianti, ma oggi completamente deserto.
RIFUGIO SUN PARADIS
Decido di non fermarmi e continuo in salita fino al rifugio Sun Paradis.
La fatica è ripagata da visuali diverse sul Civetta e da scorci che spaziano fino al gruppo del Bosconero.
Poco oltre il rifugio, nei pressi della stazione d’arrivo di una pista da sci, trovo il posto perfetto per il mio pranzo al sacco con vista sul Pelmo,
DISCESA A PECOL
Dopo la pausa riprendo la discesa, tornando al rifugio Pian del Crep.
Da qui bisogna scendere lungo la pista da sci: il tratto è piuttosto ripido, e presto arrivo alla Baita Cristelin.
Una volta esisteva un sentiero escursionistico che scendeva fino a qui, oggi però è stato trasformato in pista di downhill per le bici.
Continuo quindi su un sentiero nel bosco che scende a tornanti, fino a rientrare verso Pecol.
Ad un incrocio, prima delle case, scelgo il sentiero a sinistra, che mi riporta direttamente al parcheggio.
Prima di rimettermi in macchina mi concedo ancora qualche minuto per osservare le ultime viste sul Pelmo e sul Civetta, che sembrano salutarmi, ma anche godere del silenzio di un paese chiuso per ferie che si è trasformato in un privilegio: la montagna tutta per me, il sole di settembre e il rumore dell’acqua che accompagna i miei passi.
Cosa chiedere di più?
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bellissimi paesaggi con il foliage, davvero merita un sacco!
RispondiEliminagrazie!!
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