Castello di Andraz sulle Dolomiti di Arabba: storia e visita

Tra i vari castelli del Veneto, uno dei più suggestivi lo troviamo sulle Dolomiti Bellunesi, ed è il Castello di Andraz. Per arrivare bisogna prendere la strada che da Arabba sale al Passo Falzarego e poi svoltare a sinistra fino a raggiungere questo angolo pittoresco immerso nel bosco.

Pensate che la grande roccia su cui sorge il Castello di Andraz è un masso erratico trasportato a valle dall'ultima glaciazione. La sua posizione strategica per il controllo del territorio, non poteva quindi passare inosservata in epoca medievale, quando la zona passò sotto il dominio dei vari signori. Fu così che qualcuno finì per costruirci sopra una fortezza, tanto compatta da sembrare il prolungamento verso l'alto della roccia stessa. 

 

Non si sa esattamente chi cominciò la sua costruzione, ma l'obiettivo era certamente il controllo delle vie di comunicazione tra l'Agordino e il Falzarego, per raggiungere Cortina o l'Alta Badia. Le prime informazioni scritte sono successive all'anno Mille, quando l'area era sotto la giurisdizione del principe di Bressanone, il quale fece di questo maniero un baluardo contro le voglie espansionistiche della potente Repubblica di Venezia. Inoltre era un'importante sentinella sulla strada della Vena, dove transitava il ferro, e sui forni fusori che per un certo periodo ebbero sede vicino al castello. Ma la forma del gigantesco masso era risultata utile già molto tempo prima, in epoca mesolitica, agli esordi del popolamento alpino – la stessa Valmo, e più tardi di Otzi – quando gruppi di cacciatori raccoglitori transitavano da queste foreste inseguendo la selvaggina. Sicuramente lo usarono come riparo, non a caso il toponimo “andraz” significa “antro”,”cavità”.

 

 

Dal 1454 al 1460, in questo castello, vi trovò rifugio il Cardinal Cusano, più noto come Nicolò Cusano, che proprio qui riuscì a calcolare con precisione il giorno del solstizio d'inverno.

  

Le guerre napoleoniche, con la conseguente mutata situazione politica e sociale, e l’esaurimento dell’attività estrattiva portarono il castello - che aveva perso sia la sua funzione difensiva sia quella produttiva - ad un progressivo abbandono.




Da poco restaurato e valorizzato con metodi all’avanguardia, è ora un polo culturale molto attivo. Nel corso dell’estate è possibile visitare le sale interne attraverso un percorso tra scale di ferro e grandi vetrate che hanno sostituito il tetto bombardato durante la Grande Guerra.

 

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