Con il termine interventismo si identificano tutti quei gruppi, movimenti, correnti di pensiero che alla fine del 1914 e soprattutto nei primi mesi del 1915 spinsero ed operarono in favore dell'ingresso in guerra dell'Italia al fianco dell'Intesa.
Al fronte interventista aderirono varie personalità dalle più diverse idee politiche e provenienti dalle più disparate esperienze, e con le più differenti motivazioni; dagli industriali che vedevano nelle commesse di guerra il modo per incrementare i propri guadagni; ad alcuni fra i socialisti rivoluzionari che vi trovavano l'occasione per poter disgregare lo stato capitalista; agli intellettuali di varie estrazioni politiche che auspicavano un sovvertimento del mediocre ed immobilista stato liberale, alle avanguardie letterarie e artistiche in genere, che inneggiavano alla guerra fine a sé stessa o come “sola igiene del mondo”.
CESARE BATTISTI
I nazionalisti vedevano nella guerra contro l'Austria il necessario compimento dell'unità nazionale con l'annessione di Trento e Trieste, considerando quella che si sarebbe andati a combattere come la Quarta Guerra d'Indipendenza, in quanto sostenuti anche dagli irridentisti, cioè coloro che si battevano per la redenzione delle terre non ancora ricongiuntesi alla “Madre Patria”.
L'agitatore più formidabile fu Cesare Battisti, socialista che scelse l'Italia al posto dell'Austria, la guerra anziché la pace. Ovunque andava trovava folla e la convinceva, ai suoi comizi seguivano cortei con bandiere e inni nazionali e anche scontri con i neutralisti.
Vedi anche l'escursione trekking suo luoghi della cattura di Cesare Battisti in Vallarsa - Rovereto.
FILIPPO CORRIDONI – BENITO MUSSOLINI
Fra i socialisti rivoluzionari favorevoli all'intervento spicca la figura del sindacalista Filippo Corridoni, instancabile organizzatore di scioperi che elaborò le sue posizioni passando da un deciso antimilitarismo durate la guerra di Libia ad un acceso interventismo nei primi mesi del 1915, così come Benito Mussolini, che dalle colonne del giornale da lui fondato, “Il popolo d'Italia”, inneggiò spesso alla guerra ed alla necessità dell'intevento a fianco dell'Intesa.
Entrambi si arruolarono volontari, Corridoni cadde e venne insignito della medaglia d'argento. Mussolini rimase ferito dallo scoppio accidentale di un lanciagranate.
LEONIDA BISSOLATI
Vi furono casi di interventismo anche tra gli esponenti dello stato liberale, anche qui dalle più diverse opinioni politiche: i liberali Salandra e Sonnino, gli uomini di governo che formalmente, insieme al Re, decisero l'entrata in guerra, ma anche Bissolati e Salvemini, vecchi socialisti che vedevano nel conflitto l'opportunità di abbattere i regimi autoritari e reazionari tedesco ed austriaco, in favore di una “democratizzazione” dell'Europa intera.
FILIPPO TOMMASO MARINETTI
Fra le avanguardie artistiche ed intellettuali i Futuristi, con il loro maggiore esponente Marinetti, furono i più attivi sostenitori della causa dell'intervento; anch'essi allo scoppio della guerra si arruolarono in massa, formando il “Battaglione ciclisti volontari” che combattè nell'Alto Garda.
GABRIELE D'ANNUNZIO
Fra i più accesi sostenitori dell'interventismo nella prima guerra mondiale vi fu Gabriele d'Annunzio, che con la sua famosa oratoria tenne discorsi in favore dell'intervento in molte piazze italiane, soprattutto durante il “maggio radioso”, quando ormai l'intervento in guerra contro l'Austria era deciso.
Mentre il 3 agosto 1914 in Italia si dichiara ufficialmente la neutralità, il Patto di Londra è il frutto delle trattative segrete del governo con le forze dell'Intesa, ratificate il 26 aprile 1915: all’entrata in guerra dell’Italia contro gli imperi centrali corrisponderanno importanti compensazioni territoriali, in questo modo il 23 maggio la Camera approva definitivamente l’entrata in guerra dell'Italia.
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